Protezione civile, o «protezione» personale? Protezione personalissima dei propri voti e della propria poltrona, a quanto emerge da una meticolosa ricostruzione di Panorama in edicola da oggi. Raffaella Paita, dal 2010 assessore regionale alle Infrastrutture e alla Protezione civile e candidato governatore del Pd per la Liguria, nonché beneamata vassalla dell'uscente padre-padrone della Liguria, Claudio Burlando, si ritrova all'improvviso con i piedi nel fango. E ora deve spiegare un bel po' di cose a proposito della sua latitanza in occasione dell'ultima devastante alluvione abbattutasi su Genova e sulla Liguria.
L'altro ieri Raffaella Paita è stata interrogata dai magistrati genovesi che l'hanno iscritta nel registro degli indagati, accusandola di omicidio colposo e disastro per l'alluvione del 9 ottobre 2014. Un'accusa che non è proprio un buffetto per chi si presenta agli elettori della Regione con la pretesa di raccogliere voti «per la continuità». E, magari, pure, per la «tranquillità». Panorama , che alla vicenda dedica la copertina, ha ripercorso l'intero pomeriggio di quel 9 di ottobre: scoprendo che nelle stesse ore in cui montava l'alluvione, e mentre si erano già verificate le prime esondazioni, la Paita era impegnata altrove, in un intenso giro di incontri strettamente e sfacciatamente legati alla sua candidatura alle primarie del centrosinistra che l'avrebbero poi indicata come candidata.
Dalle 16 alle 22,10, Panorama elenca gli impegni dell'assessore alla Protezione Civile. Si fa vedere prima a Villanova d'Albenga, con una visita allo stabilimento Piaggio in compagnia del governatore Burlando, cui puntualmente seguono alcune interviste sulla sua candidatura. Dopodiché eccola comparire a Loano, per un incontro elettorale al palazzo Kursaal; quindi a Finale Ligure, con un nuovo simpatico faccia a faccia (organizzatissimo e quindi gestibilissimo) con alcuni operai esternalizzati della Piaggio; poi ancora ai Bagni Boncardo di Finale a un meeting di amministratori locali del Pd, terminato con un brindisi alle 22,10, e infine con la partenza per Genova (dove la Paita sostiene di essere arrivata alle 23,45) dopo le 22,30. Intanto alle 23,30 il torrente Bisagno straripa a Borgo Incrociati. E poco dopo un uomo, Antonio Campanella, muore affogato.
Con i piedi nel fango e l'imbarazzo che monta la Paita, emblema della «continuità» e della burlandite si è difesa davanti ai giudici attribuendo ogni responsabilità alla struttura tecnica della Protezione civile. Peccato che noi proprio ieri abbiamo potuto accertare che la struttura tecnica della Protezione Civile era già stata decapitata dalla giunta Burlando con la bella pensata di lasciare vacante il posto del funzionario che avrebbe dovuto ricevere e interpretare anche gli eventuali bollettini di allarme meteo.
Un doppio buco nell'acqua per la Paita. Anzi, triplo. Sempre ieri 200 tra elettori e iscritti del Pd genovese hanno firmato un documento in cui si invita a votare secondo coscienza. Scaricando, di fatto, la candidata ufficiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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