Un invito all'unità nella Chiesa e a seguire la via della misericordia, con una risposta indiretta alle pesanti polemiche suscitate dalle dichiarazioni di monsignor Georg Gänswein, il segretario particolare di Benedetto XVI. Non sono pochi quelli che hanno letto nelle parole di Papa Francesco, pronunciate nel corso dell'Angelus di ieri mattina, un messaggio all'arcivescovo tedesco, finito al centro delle cronache vaticane per gli attacchi al Pontefice contenuti in un suo libro di prossima uscita. Bergoglio ha prima citato un'omelia del 2008 di Benedetto XVI, secondo cui ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, «possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto». E poi, Francesco, ha parlato del concetto di fratellanza e di unità, in un momento in cui le parole del segretario del Papa emerito sembrano riaccendere la fronda tradizionalista in chiave anti-Bergoglio: «Chiediamoci», ha detto il Pontefice, «io sono una persona che divide o condivide? Pensiamo un po': io sono discepolo dell'amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio, che divide? Il chiacchiericcio è un'arma letale: uccide, uccide l'amore, uccide la società, uccide la fratellanza».
Una condanna netta a pettegolezzi, veleni e dicerie che nelle ultime ore hanno preso il sopravvento, anche perché non sono pochi i nostalgici di Benedetto XVI, pubblicamente additati in passato come «fanatici» dallo stesso Ratzinger, che non avendo mai accettato la rinuncia del Pontefice tedesco, sono entrati in guerra e oggi approfittano della sua morte per colpire nuovamente il Pontificato di Francesco a loro dire addirittura «illegittimo». Un epilogo che sta riaccendendo la battaglia infinita tra chi attacca e chi sostiene Papa Bergoglio, nonostante da entrambe le parti siano arrivati calorosi e saggi inviti al silenzio e alla preghiera. Del silenzio per il momento però non c'è traccia. È diventata subito virale la lettera aperta di un prete di Bergamo, don Alberto Varinelli, che chiede a padre Georg di fermare la pubblicazione del libro, invitandolo a esaminare, come fece Benedetto prima della rinuncia, «la propria coscienza dinanzi a Dio». Ma le anticipazioni al vetriolo del libro di monsignor Gänswein, diffuse già nelle ore successive alla morte di Joseph Ratzinger e nel giorno del funerale in piazza San Pietro, continuano a scatenare rabbia e dolore. Soprattutto quelle in cui l'arcivescovo racconta di esser stato messo da parte come prefetto della Casa Pontificia o quelle in cui racconta che Francesco avrebbe ignorato in diverse occasioni richieste o consigli del Papa emerito.
La vicenda rimane dunque ancora aperta: da un lato padre Georg che, secondo quanto raccontano a Il Giornale alcune fonti a lui molto vicine, sarebbe amareggiato perché le sue affermazioni sono state diffuse dalla stampa nel bel mezzo delle esequie e del lutto per la scomparsa di Benedetto XVI, per lui come un padre. Dall'altro lato Papa Francesco, «addolorato», secondo quanto filtra da Santa Marta, per gli attacchi continui degli ultimi giorni che minano l'unità della Chiesa.
E se in tanti scommettono che Bergoglio spedirà quanto prima Gänswein lontano dal Vaticano come punizione, immaginando forse una scena alla The Young Pope di Paolo Sorrentino (con il Pontefice che sceglie a caso una destinazione facendo girare il mappamondo), in realtà nelle stanze d'Oltretevere si ipotizza che Francesco lascerà che tutto rimanga così com'è, senza punizioni, senza promozioni e rimozioni, il famoso promoveatur ut amoveatur, come accaduto spesso anche nella Chiesa. Don Georg potrebbe rimanere all'interno del recinto di Pietro ma soltanto dopo che tra lui e il Papa ci sarà stato un chiarimento a quattr'occhi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.