Il Papa migliora: ventilazione sospesa

Rassicurante il bollettino: polmonite sotto controllo. "Ridotto l'uso delle cannule"

Copyright: Sala Stampa della Santa Sede
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Sono in continuo miglioramento le condizioni di salute di Papa Francesco. I medici ritengono le due infezioni polmonari (la polmonite bilaterale e l'infezione polimicrobica), sotto controllo. Questo non significa che le infezioni siano state eliminate ma la situazione volge al positivo. I valori delle analisi cliniche e del sangue sono nella norma, non si è mai presentata una leucocitosi (vale a dire un aumento anormale dei globuli bianchi che preannuncia nuove infezioni), il Papa è sempre senza febbre e dato molto importante, che si legge nel bollettino medico diramato dal Vaticano, è la sospensione della ventilazione meccanica non invasiva e la riduzione dell'ossigenoterapia ad alti flussi. In pratica al momento Francesco non usa più per l'ossigeno la maschera (naso-bocca) che utilizzava la notte, per riuscire a dormire meglio. Ma usa solo i naselli, che rispetto alla maschera, fanno lavorare di più i polmoni. Cannule nasali il cui ausilio, è sottolineato, è stato comunque ridotto.

Quindi le condizioni cliniche «si confermano in miglioramento» e vista la situazione, un nuovo bollettino medico è previsto non prima della prossima settimana. La sala stampa aggiornerà sulla situazione generale domani pomeriggio. Ovviamente i medici continuano a mantenersi prudenti e non hanno ancora reso noto un quadro temporale sulle dimissioni di Bergoglio che continuano a non essere imminenti. E il Vaticano non ha preso alcuna decisione per quanto riguarda i riti della Settimana Santa. Sempre nel bollettino si sottolineano «i progressi della fisioterapia motoria e respiratoria» e si rende noto che «questa mattina (ieri, ndr) nella solennità di San Giuseppe il Santo Padre ha concelebrato la Santa Messa» nella cappellina adiacente alla sua camera al decimo piano del Gemelli.

E dal nosocomio, Papa Francesco continua a lavorare. Porta la data di ieri il Messaggio per la sessantaduesima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, sul tema «Pellegrini di speranza: il dono della vita», nel quale chiede alla Chiesa di «accogliere, discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove generazioni» che si sentono smarrite di fronte al futuro e che «sperimentano spesso incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una crisi d'identità che è crisi di senso e di valori e che la confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare». «Le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l'indifferenza di un benessere egoista, la violenza della guerra minacciano i progetti di vita buona che coltivano nell'animo», scrive il Pontefice che ricorda ai giovani che la vita non è un «nel frattempo» ma «l'adesso di Dio». E se «il mondo vi spinge a fare scelte affrettate, a riempire le giornate di rumore», «abbiate il coraggio» si rivolge ai giovani il Papa «di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi» perché «chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati».

Sempre ieri è stato diffuso il testo della catechesi dell'Udienza Generale, nel quale, commentando l'incontro di notte tra Nicodemo e Gesù, il Papa osserva che «ci sono incontri che illuminano la vita e portano speranza», per esempio può accadere che qualcuno «ci aiuti a vedere da una prospettiva diversa una

difficoltà o un problema che stiamo vivendo», o che «qualcuno ci regali semplicemente una parola che non ci fa sentire soli nel dolore che stiamo attraversando» o incontri silenziosi che «ci aiutano a riprendere il cammino».

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