Siena, Pisa, Massa e Imola. Tutti fortini 'rossi' inespugnabili che domenica sono caduti in un sol colpo, a conclusione di un 2018 che segna una disfatta epocale per la sinistra italiana. Ma com'è caduto così in basso il Pd?
A furia di aggregare e sperimentare, il Pd sembra aver perso la bussola e il suo elettorato non riesce più a riconoscersi in un una politica di sinistra ben definita. La crisi ha origini lontane e comincia con la caduta del Muro di Berlino e la conseguente 'svolta della Bolognina' compiuta da Achille Ochetto. Il Pci diventa Pds (Partito democratico della sinistra) che i post-comunisti usano come grimaldello per sfondare verso quel mondo centrista che guarda a sinistra."Ma -scrive Dario Borriello per l'agenzia Lapresse - il mix tra una gestazione troppo corta e il peso schiacciante dell'inchiesta 'mani pulitè sul sistema partitico, finì con lo spalancare solo le porte alla novità 'anti-sistemà di Forza Italia e del suo leader, Silvio Berlusconi, 'l'uomo del fare' che lasciava l'imprenditoria e la società civile per occuparsi della Cosa pubblica". Nel 1996 nasce nascee ufficialmente il centro-sinistra (col trattino) e l'Ulivo che vince le Politiche con l'ex democristiano Romano Prodi. La fusione tra i post-comunisti (i Progressisti) e i riformisti orfani della Dc portano a un successo elettorale ma nel giro di pochi mesi le divisioni interne portano Massimo D'Alema a Palazzo Chigi che, dopo circa un anno verrà sostituito da Giuliano Amato.
Nel 2006 nasce l'Unione, la coalizione di centrosinistra (senza trattino) che ripropone Romano Prodi. Una coalizione che vanta ben 15 partuti alleati: Ulivo all'Italia dei valori, dalla Rosa nel Pugno di Pannella ai Verdi, al Partito dei Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, l'Udeur, socialisti, pensionati, repubblicani, ma anche Südtiroler Volkspartei, Italia di mezzo e Partito socialista democratico italiano. Il professore torna a Palazzo Chigi con uno scarto di soli 24 mila voti, troppo poco per guidare un governo stabile. Passano due anni e le dimissioni dell'allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella, fanno cadere nuovamente Prodi. Si torna dunque alle urne, con elezioni anticipate in cui la novità è rappresentata dal Pd, guidato dall'allora segretario Walter Veltroni che, pur ottenendo il 33%, perde contro il il Popolo della libertà di Silvio Berlusconi. Nel 2009 l'ex sindaco di Roma è costretto a lasciare a seguito del ko alle comunali di Roma e alla sconfitta alle Regionali in Sardegna. Cinque anni dopo, con Pier Luigi Bersani segretario del Pd, nasce la coalizione Italia bene comune, con Sel di Nichi Vendola, Centro democratico di Tabacci, il Psi di Nencini, il Megafono di Rosario Crocetta, i verdi, gli autonomisti trentini e altre sigle. Complice l'exploit dei Cinque Stelle, Bersani è costretto a dichiarare: "Siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto". L'ex ministro dello Sviluppo Economico è costretto all'addio dai '101 traditori che impallinano Prodi nella corsa verso il Quirinale. Inizia così, all'insegna della rottamazione, l'era di Matteo Renzi che conduce il Pd a una nuova scissione. Bersani, D'Alema e buona parte della sinistra dem abbandona il partito per fondare Liberi e Uguali.
Alle Politiche del 4 marzo scorso il Pd si presenta alleato con l'ex Forza Italia-Pdl-Ncd-Ap, Beatrice Lorenzin, fondatrice di Civica popolare, +Europa-Centro democratico di Bruno Tabacci e Emma Bonino e la lista Insieme. Risultato? Tracollo al 18,8% dal 41% che aveva conseguito alle Europee del 204. Ora il cerchio si chiude con la sconfitta di Siena.
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