Parigi, ex Br Di Marzio già fuori di prigione: resta l'obbligo di firma

"Mio marito aspettava giustizia e adesso, da lassù, sarà soddisfatto"

Parigi, ex Br Di Marzio già fuori di prigione: resta l'obbligo di firma

«Mio marito aspettava giustizia e adesso, da lassù, sarà soddisfatto». Aveva appena pronunciato queste parole Giovanna Zugaro, compagna di vita del prefetto Nicola Simone, brindando alla cattura lunedì scorso a Parigi dell'ex esponente delle Brigate Rosse Maurizio Di Marzio, 61 anni. Ma la sua gioia è durata solo un giorno, perché l'ultimo degli ex terroristi per il quale l'Italia chiedeva l'estradizione ieri è stato rimesso in libertà.

Di Marzio ad aprile era sfuggito all'arresto, scattato invece per gli altri nel corso dell'Operazione «Ombre Rosse». E ora è fuori di nuovo, anche se gli è stato imposto l'obbligo di firma ogni 15 giorni. La sua pena, come stabilito dalla Corte d'Assise di Roma lo scorso 8 luglio, non è ancora prescritta e deve scontare un residuo di 5 anni e 9 mesi di carcere per i reati di banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona, rapina. Dagli inizi degli anni Novanta era in Francia, grazie alla «dottrina Mitterand».

L'ex br partecipò all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma Enzo Retrosi, nel 1981, e nel giorno dell'Epifania 1982 al tentato sequestro del vicecapo della Digos romana Nicola Simone. «Finalmente è stato assicurato alla giustizia, meglio tardi che mai - aveva spiegato Giovanna Zugaro - Sono riusciti a prenderlo e con la sua cattura, si chiude il cerchio. Sono contenta, e anche mio marito lo sarebbe, perché così si conclude una vicenda durata 40 anni, anche se per i gravi reati commessi non pagherà mai abbastanza».

Quel giorno i terroristi, fingendosi postini, suonarono alla porta del prefetto con l'intenzione di sequestrarlo, ma lui intuendo la trappola di reagì e venne colpito diverse volte al volto con un'arma da fuoco. Riuscì però a far fuoco contro uno dei balordi, mettendo in fuga gli altri.

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