Parisi avanti senza Lega E Alfano converge su Fi

Salvini: «Non ci sto ad alleanze indigeste» Ma il leader Ncd chiede primarie per la guida

Parisi avanti senza Lega E Alfano converge su Fi

Rottura in vista tra Forza Italia e Lega. E Alfano applaude. La carta Parisi spariglia i giochi nel centrodestra: Salvini boccia mister Chili che di fatto fa spallucce. E l'Ncd si riavvicina dalle parti di Arcore. La questione, inoltre, ha delle ripercussioni anche tra gli azzurri, specie in quel fronte che ha sempre tenuto in grande considerazione l'alleanza con il Carroccio. Su tutti il governatore della Liguria Giovanni Toti che continua a dialogare con il leader della Lega e che dovrebbe confermare la sua presenza domenica sera alla festa del Carroccio a Milano Marittima.

Il pollice verso di Salvini nei confronti di Parisi è tranchant: «Se qualcuno è alleato con la Merkel, qualcuno che difende a spada tratta l'euro, qualcuno che tifa Clinton alle elezioni americane, non può essere alleato con la Lega. Quindi, se Parisi è un riorganizzatore di Forza Italia facciano quello che credono, se però qualcuno pensa di fare digerire alla Lega alleanze indigeste che hanno già fallito in passato, io non ci sto». Eppure Salvini aveva appoggiato il manager nella corsa di Milano. Ma le amministrative sono una cosa, le alleanze politiche a livello nazionale un'altra: «Riproporre una marmellata, un fritto misto che a livello nazionale ha già dimostrato di non saper funzionare in passato non mi va bene. Se qualcuno pensa di coinvolgere me o coinvolgere la Lega in un'alleanza a livello nazionale che ricomprenda gli Alfano, i Verdini, i Cicchitto, i Tosi, i Passera, gli Albertini ha sbagliato a capire». Parisi non commenta ma pare che la sua reazione sia stata molto simile a un'alzata di spalle.

Chi invece festeggia è Alfano, da mesi nelle grane perché pezzi di partito lo accusano di essere troppo appiattito su Renzi. «Sembrano nascere delle nuove condizioni per creare un'importante aggregazione dei liberali, dei moderati, e dei popolari italiani», gongola. Poi però mette i suoi paletti: «La questione è intendersi sul programma, sulla denominazione del partito e il metodo dell'indicazione della leadership che per me, quando ero nel Pdl, dovrebbe essere quello delle primarie». Poi, l'avvertimento a Parisi: «Lui leader? Lo stimo ma gli consiglierei di sottoporsi a un metodo democratico, perché le designazioni unilaterali sono revocabili unilateralmente, le designazioni della base si consolidano in un voto che nessuno a quel punto più revocare». Ncd e Lega restano come l'acqua e l'olio: immischiabili. «Con Salvini il fatto di non stare insieme è una delle poche cose che ci unisce. Uno come me come potrebbe stare con Salvini e Casapound, che rappresentano l'estrema destra del nostro Paese?», taglia corto Alfano.

L'aria di rottura con il Carroccio non preoccupa più di tanto Berlusconi. In fondo il Cavaliere non ha mai fatto mistero di aver avuto maggiore sintonia con la Lega di Bossi, Calderoli e Maroni piuttosto che con quella di Salvini. Ma tant'è. Il problema è che molti azzurri temono il divorzio definitivo con il Carroccio e il conseguente riavvicinamento con i centristi di Alfano e Verdini. Il partito, quindi, resta in subbuglio ma l'ex premier non se ne cura più di tanto. Infatti la riunione con i big di Forza Italia ad Arcore, inizialmente prevista per oggi, sarà rimandata.

Intanto, nell'attesa di sciogliere i nodi sulle prospettive politiche future, però, Forza Italia resta ancorata all'opposizione e giura battaglia sul referendum. Renato Brunetta, Francesco Paolo Sisto, Elvira Savino e Mario Mauro lanciano la campagna per il «no» senza se e senza ma.

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