Parisi convince la Lega: «Prima No al referendum poi pure la costituente»

Salvini apre alla proposta del manager di Fi Gasparri è a favore: ma niente larghe intese

Parisi convince la Lega: «Prima No al referendum poi pure la costituente»

Roma L'idea dell'assemblea costituente, lanciata qualche giorno fa da Stefano Parisi, smuove un po' le acque del centrodestra. Salvini, per esempio, prende proprio spunto da questo per fare una prima timida apertura all'ex direttore di Confindustria. In un'intervista al Quotidiano Nazionale non boccia l'ipotesi parisiana anche se la priorità resta la bocciatura del ddl Boschi: «Prima il referendum poi, se si vuole, contemporaneamente si eleggono anche i costituenti che cambiano in maniera seria la Costituzione, senza però Verdini, Alfano, Cicchitto e tutti gli altri». Un'apertura che segna un'inversione di rotta rispetto ai niet sistematici che arrivavano ogniqualvolta Parisi apriva bocca. Forse il motivo è che il Carroccio non è proprio un monolite e anche Salvini ha un bel daffare per tenere buono Maroni, non proprio in linea con il leader. Tant'è vero che l'intervista è stata salutata con un applauso proprio dal governatore Bobo su Facebook: «Bravo Matteo, giuste le prove di dialogo con Parisi per un centrodestra vincente. E idee chiare: Bene la Costituente, ma prima cacciamo il Governo», sintetizza così il governatore della Lombardia. Insomma, Salvini comincia a temere l'isolamento; comincia ad aver paura di, parole sue, «eleggere tanti deputati e non contare un accidenti». Mano tesa della Lega a Parisi, quindi. Almeno per ora. Certo i nodi restano e non si sa quando verranno sciolti.

Il manager non se ne cura più di tanto e va avanti per la sua strada, pensando più alla sua convention che ad altro; inclusa la questione della due diligence di Forza Italia. Ha, Parisi, il via libera del Cavaliere che riconosce in lui capacità manageriali e attitudine ad attrarre volti nuovi e competenti. Il partito intanto cerca di convivere con questo «corpo estraneo» con differenti sensibilità. Mentre Brunetta è più critico all'idea di una costituente e vorrebbe vedere Parisi maggiormente impegnato per la campagna referendaria del «No», altri fanno altri ragionamenti, come Maurizio Gasparri: «L'assemblea costituente? Una ipotesi che affiora periodicamente nel dibattito politico. L'importante è che non venga vista come un'attenuazione del No alle riforme renziane. Sì, insomma, a una battaglia soft. Il nostro No dev'essere chiaro e motivato; e allo stesso tempo non dobbiamo dare la sensazione che siamo per la difesa dello status quo; sarebbe grave che noi apparissimo come i difensori della casta e Renzi quello che la vuole smantellare». Ma per Gasparri non si corre questo rischio: «La vecchia proposta di riforma della Costituzione del Pdl era molto più radicale di quella di Renzi».

E poi il senatore azzurro mette in guardia su un altro rischio, rispetto all'ipotesi di assemblea costituente: «Non vorrei che si desse la sensazione che Forza Italia voglia guardare alle larghe intese». Il nodo è tutto lì.

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