Parte l'operazione per il Cav presidente "Niente caccia al voto ci saranno sorprese. Draghi resti premier"

Il centrodestra è compatto sulla corsa del Cav che domani volerà a Strasburgo per eleggere il successore di Sassoli all’Europarlamento. Tajani: "Per noi non ci sono alternative a Silvio". Salvini: "Basta tirare per la giacca Mattarella"

Parte l'operazione per il Cav presidente "Niente caccia al voto ci saranno sorprese. Draghi resti premier"

Domani inizia per il centrodestra la settimana decisiva per la partita del Quirinale. Dopo il vertice dei leader che hanno chiesto a Silvio Berlusconi di sciogliere la riserva e candidarsi, si passa alla verifica dei numeri che rendano l'impresa possibile. Ci si rivedrà probabilmente il 21 per tirare le somme e l'attesa è per quel che deciderà il Cavaliere.

Da Pd, M5S e Iv le reazioni dei leader sono state di chiusura alla candidatura del Cavaliere, ma il vicepresidente azzurro Antonio Tajani spiega che «la legislatura deve andare avanti con Draghi premier e, se a Bruxelles il leader del Ppe dice che Berlusconi è il miglior candidato per il Quirinale non si capisce perché a Roma lo si definisca divisivo, per noi non c'è nessun nome alternativo».

Il leader della Lega Matteo Salvini avverte che «dopo decenni di nomi proposti o imposti dalla sinistra, questa volta i numeri (in parlamento e nel Paese) offrono l'onore e l'onere di avanzare una proposta al centrodestra, quindi non accettiamo veti, esclusioni o arroganze». Per il Capitano «se qualcuno a sinistra vuole tirare per la giacchetta Mattarella manca di rispetto soprattutto a lui, che più volte ha ribadito l'indisponibilità a un secondo mandato». Salvini spera «che nessuno (a partire dai leader) si sottragga alla responsabilità di rafforzare il governo e, insieme a Draghi, affrontare mesi difficili e impegnativi». Quanto a lui, lavora «per unire».

Berlusconi è ripartito per Arcore, soddisfatto della prova di fedeltà e compattezza degli alleati. Da lì tiene le fila dell'operazione, in contatto con dirigenti e capogruppo di Camera e Senato. Lo farà anche da Strasburgo se, come da programma, domani parteciperà alla commemorazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli e martedì all'elezione del suo successore.

Anche da FdI viene la conferma di unità. «C'è bisogno di un Presidente della Repubblica che sia garante dei principi della nostra Costituzione e difenda gli interessi dei cittadini italiani. FdI lavorerà per questo con l'intero centrodestra», dichiara il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida.

In parlamento si aprirà il tavolo di coordinamento tra i capigruppo di centrodestra, deciso a Villa Grande. Si allarga così l'onere di trovare più consensi possibili sul nome del Cavaliere dalla sola FI a tutti i partiti della coalizione. Bisognerà accertare se, nel segreto dell'urna, si può contare sui 450 si dello schieramento garantiti dai leader di Lega, FdI,Udc, NcI, CI e quanto si può allargare il bacino. L'ombra dei franchi tiratori al solito pesa molto. Secondo i calcoli il Cav potrebbe contare su 493 voti, di cui 13 in forse, cioè 43 «extra». Ma la quota di sicurezza è almeno 505.

«Ci stiamo organizzando - spiega Paolo Barelli, capogruppo di Fi alla Camera - per garantire le presenze di tutti i nostri deputati, malgrado la pandemia. Non è una caccia al voto, ma siamo convinti che ci sia una grande area dal Pd al M5S, da Iv al gruppi Misto in cui forti turbolenze tradiscono la possibilità di consensi per Berlusconi. Sul voto segreto pesano anche scelte individuali».

Se qualcuno nel centrodestra potrebbe «tradire», insomma, tra gli avversari forse di più potrebbero ignorare gli ordini di scuderia. «Enrico Letta - dice uno dei più stretti collaboratori del leader azzurro -, consiglia la scheda bianca, se alle tre prime votazioni non ci fosse accordo su un nome. Teme di non tenere il gruppo, non si fida dei suoi, pensa che qualcuno potrebbe scrivere Berlusconi sulla scheda».

Quanto al M5S, si pensa nel centrodestra, le direttive dei capi se non sono riconosciuti come tali lasciano ampio spazio di manovra, per non parlare di ex grillini e altri del Misto.

Su Matteo Renzi, con i suoi 46 voti, qualche attesa poteva esserci, ma Berlusconi da tempo non si fida più di lui e molti pensano che l'ultima parola non sia stata detta.

C'è il versante politico e c'è il versante Covid.

Per disinnescare la mina di assenze per malattia o quarantena è arrivata, come sollecitato dal centrodestra, una circolare del ministero dell'Interno: chi ha la residenza a Roma, come tutti i parlamentari, può fare sempre il viaggio per raggiungerla, con mezzi e precauzioni per la sicurezza. E per chi non può muoversi dall'abitazione nella Capitale ci sarebbe la possibilità di raccogliere il voto a domicilio, secondo la procedura che stanno studiando i vertici delle Camere.

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