"Filocinesi e anti-italiani". Letta e Pd sotto tiro dopo il voto in Europa

I rapporti tra Enrico Letta e la Cina destano pià di qualche dubbio sul voto del Pd in Europa per abolire i veicoli diesel e benzina

"Filocinesi e anti-italiani". Letta e Pd sotto tiro dopo il voto in Europa

La decisione europea di togliere dal mercato i veicoli diesel e benzina ha provocato un terremoto politico, soprattutto per le conseguenze sul piano economico che potrebbero scaturire da una simile rivoluzione, che non farà altro che agevolare il mercato dell'automotive cinese, molto più avanti nell'elettrico rispetto a quello italiano.

"Enrico Letta conosce molto bene Pechino e nel suo curriculum vanta ruoli in grandi gruppi cinesi: è quindi estremamente preoccupante la sua posizione a favore dei veicoli elettrici che sono un business del Dragone a scapito dei motori a benzina e diesel che danno lavoro a milioni di italiani ed europei. Letta non può non sapere che le conseguenze del Fit For 55 avvantaggiano i super inquinatori di Pechino e danneggiano Roma. L’Italia è in pericolo: il Pd filocinese e anti-italiano deve dare spiegazioni", dichiarano in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Id, e Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega a Bruxelles.

Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, sottolinea come il voto favorevole del Pd alla rivoluzione europea dei prossimi anni vada a "smantellare l’automotive italiano facendo perdere migliaia di posti di lavoro in tutto il Piemonte a favore della Cina in nome di una falsa sostenibilità visto che la Cina inquina più di Usa, India, Russia e Giappone messe insieme". Ma non c'è solo il Piemonte a preoccupare, perché sono tantissime le realtà italiane che gravitano attorno all'industria dell'automotive, intere comunità che devono la loro sopravvivenza a questo tipo di produzioni. "A pensar male si fa peccato ma di rado si sbaglia: Letta dovrebbe pensare all’economia, ai lavoratori, alle famiglie italiane e non nascondersi dietro la foglia di fico dell’ambiente", ha dichiarato il deputato della Lega Alberto Stefani.

Al centro delle preoccupazioni della Lega ci sono i rapporti di Enrico Letta con la Cina, visto che il segretario del Pd ha avuto rapporti "con il gruppo cinese ToJoy Western Europe. L’incarico rilevante come co-presidente della consociata di Pechino fa emergere diversi dubbi sulle reali motivazioni del voto in Europa, a favore di un protocollo potenzialmente letale per l’automotive italiano", riporta in una nota il senatore Paolo Tosato.

Sono numerosi a tal proposito i

dubbi della Lega sul reale scopo del voto di Enrico Letta, "in barba alle eccellenze italiane, in barba ai lavoratori, in barba a interi territori cresciuti economicamente grazie all’industria dell’automobile".

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