Il peggio deve arrivare: caccia a due cellule Isis

Di ritorno dalla Siria per terrorizzare

Il peggio deve arrivare: caccia a due cellule Isis

«In Francia qualcosa si muove». Il primo segnale è tutto in quella frase. Cinque parole scarabocchiate su un foglio A4 che Mohammed Abrini, l'attentatore con il cappellino dell'aeroporto di Bruxelles, tenta di far arrivare a Marouan El Bali, un altro terrorista dello Stato Islamico detenuto come lui nel carcere belga di Beveren. Quel segnale, intercettato dai secondini una decina di giorni fa, arriva in contemporanea con le informazione raccolte da servizi segreti belgi e francesi sullo spostamento di una cellula di militanti dell'Isis partita dalla Siria e diretta in Europa. Informazioni sintetizzate dall'intelligence belga in uno stringato rapporto diffuso ai comandi di polizia. «Alcuni combattenti - riferisce il documento, reso noto mercoledì scorso dal quotidiano belga La Dernière Heure - avrebbero lasciato la Siria da circa una settimana e mezza per raggiungere - in barca e senza passaporto - l'Europa attraverso Turchia e Grecia». Queste persone - continua l'informativa - si sono separate in due formazioni, una diretta in Belgio e l'altra in Francia, per mettere a segno degli attentati a gruppi di due.

A questo punto secondo le segnalazioni ricevute questi individui sarebbero già in possesso degli armamenti necessari e la loro azione sarebbe imminente. A innescare la raffica di arresti e persecuzioni scattate la notte di venerdì è la parte finale dell'informativa in cui si sottolinea come i terroristi abbiano già a disposizione armi ed esplosivi necessari per gli attentati. Come se li sono procurati? Per capirlo basta leggere il recente comunicato in cui l'Ocam, l'organizzazione belga di «Coordinamento per l'Analisi della Minaccia» ricorda che a tutt'oggi «non sono stati ritrovati» ed esplosivi utilizzati per i massacri del 22 marzo all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles. Il commando in arrivo dalla Siria avrebbe insomma facilmente potuto accedere agli stessi arsenali - utilizzati dai terroristi che hanno colpito a Parigi e poi a Bruxelles.

A rendere il tutto più inquietante si aggiunge l'aggiornamento della lista di possibili obbiettivi messo a punto tra giovedì e venerdì dai servizi di sicurezza di Bruxelles. In testa a quella lista, prima di un grande centro commerciale, di una catena di fast food e di un comando di polizia, già segnalati in precedenza, vengono indicate le aree urbane dotate di megaschermi dove migliaia di tifosi si radunano per seguire gli europei di calcio. Obbiettivi esattamente identici a quelli già identificati dai servizi segreti francesi da mesi al lavoro per garantire la sicurezza di spazi come i giardini di Champ De Mars a Parigi dove il maxischermo allestito sotto la Torre Eiffel richiama fino a 90mila spettatori. Colpendo quei ritrovi urbani difficilissimi da circoscrivere e difendere l'Isis punta, secondo l'Ocam «a massimizzare il numero delle vittime» per infliggere un «forte contraccolpo alla vita sociale in Belgio» e «garantirsi una forte ripercussione a livello nazionale e internazionale».

E proprio attorno a Place Rogiers, lo spazio di Bruxelles dove ieri migliaia di tifosi hanno seguito in diretta l'incontro Belgio-Irlanda, vengono segnalati - tra giovedì e venerdì - i movimenti sospetti di alcuni individui in automobile.

Sono proprio quei movimenti, interpretati come il sopralluogo finale prima della discesa in campo degli attentatori suicidi, a far scattare il blitz della scorsa notte. Ma l'allarme resta alto, perché stando a molte indiscrezioni i terroristi arrivati dalla Siria sono ancora in libertà e potrebbero soltanto aver cambiato obbiettivo.

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