Ha cominciato a causare i primi decessi intorno al 10 novembre e per il momento sembra essere circoscritta alla parte Sud-Est del Congo, in particolare alla regione di Panzi, a circa 700 chilometri della capitale Kinshasa. La patologia è misteriosa al momento, per questo gli esperti si pongono molte domande, ancora in gran parte senza risposte ufficiali.
1. Qual è il tasso di mortalità di questa nuova malattia?
I primi dati forniti dalle autorità del Congo evidenziano un tasso di mortalità molto elevato. La malattia misteriosa finora ha, infatti, ucciso 143 persone su 376 infettate. Ma si tratta di numeri non definitivi, dal momento che il bilancio è destinato a crescere.
2. Chi viene colpito più facilmente?
Al momento la nuova malattia ha colpito nella maggior parte dei casi donne e bambini. Più generalmente sono esposte le persone più fragili. La gran parte delle persone decedute ha, comunque, un'età compresa fra 15 e 18 anni. Tutti i decessi sarebbero avvenuti in un arco di tempo di poco più di due settimane, cioè tra il 10 e il 25 novembre.
3. Con quali sintomi si presenta la nuova malattia?
Secondo gli esperti questa patologia ricorda la febbre emorragica, ma i sintomi mostrati finora sembrano diversi. Nella maggior parte dei casi causa febbre, mal di testa, raffreddore e tosse. A questi sintomi si associano difficoltà respiratorie e anemia. La sintomatologia è simil-influenzale, ma porta in un caso su tre al decesso. Si tratta quindi quasi sicuramente di una malattia di origine infettiva diversa da quelle conosciute, causata da un patogeno con un decorso evolutivo molto rapido che può ricordare i filovirus come ebola.
4. In che modo viene trasmessa la nuova patologia?
Proprio l'aspetto della trasmissione è uno dei più controversi. Non si sa ancora con precisione se la patologia sia di origine batterica o virale. E non si sa quale sia il mezzo di contagio, se sia l'aria, l'acqua o i fluidi corporei. Le autorità locali stanno comunque avvisando la popolazione di non entrare in contatto con le persone decedute per arginare il pericolo di nuovi contagi.
5. Cosa stanno facendo le autorità internazionali, a partire dall'Organizzazione mondiale della sanità?
L'Oms ha spiegato che si stanno intensificando le indagini per dare un nome a questa malattia. In questi giorni sono in corso test di laboratorio per determinare la causa della sua insorgenza. Il team al lavoro è composto da epidemiologi, clinici, tecnici di laboratorio ed esperti di prevenzione e controllo delle infezioni e della comunicazione del rischio. La priorità è, infatti, anche fornire un supporto efficace alle famiglie e alle comunità colpite.
6. Quanto è alto l'allarme in Italia in questo momento?
In questo momento l'Italia vive un momento di attenzione e cautela, ma non di allarme. I controlli alle frontiere, e quelli sui voli, sono comunque stati rafforzati. Così come quelli che riguardano i porti e l'ingresso di merci in Italia.
L'obiettivo in questo momento è non creare un allarme ingiustificato perché al momento il nostro Paese non risulta in alcun modo coinvolto dall'insorgenza di questa patologia. A fare queste raccomandazioni è stato il ministero della Salute.
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