Silvio Berlusconi si prende la scena e non lo fa con colpi a effetto e nemmeno parlando alla «pancia del Paese». Non urla, non strepita. Propone invece ragionamenti e soprattutto indica soluzioni laddove altri lamentano soltanto problemi e criticità senza proporre alternative.
Gli ultimi interventi pubblici del leader azzurro hanno ricevuto plausi anche laddove uno meno se li aspetterebbe. E dopo l'ultima intervista televisiva (seppur condotta al telefono e senza nemmeno il supporto video) nella trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio sui social il nome del presidente di Forza Italia è diventato trend topic (ossia uno dei più digitati). Come su Twitter dove gli hashtag #Ctcf e #Berlusconi offrono commenti positivi e spesso anche stupiti per le parole di un Cavaliere che tanti fino a ieri potevano considerare un avversario e oggi lo ritrovano come loro ideale rappresentante.
Lo stesso Fazio è rimasto imbarazzato dall'ultima domanda che gli ha rivolto Berlusconi. «Complimenti per la trasmissione» ha detto il leader azzurro per poi chiedere «Sa cosa le auguro?» a un presentatore visibilmente in difficoltà che si aspettava parole tutt'altro che benevole. «Le auguro di continuare la trasmissione per i prossimi trent'anni».
Insomma non è solo il primato della moderazione e della difesa dei valori liberali. Qui Berlusconi offre anche lezioni di buonismo.
Anche sulla carta stampata il leader azzurro si comporta da statista navigato e sicuro del rispetto che si deve tributare alle istituzioni del nostro Paese. Sul Messaggero gli viene chiesto se pensa a una sua candidatura al Quirinale. La risposta non è solo di cortesia. «Irrispettoso nei confronti di Mattarella parlare di questo argomento». Da tempo il leader azzurro è tra i più fervidi difensori dell'inquilino del Colle, del quale per altro rimbalza da potente grancassa tutti i consigli. A partire dall'appello all'unità istituzionale per il bene della Nazione per affrontare al meglio la crisi dovuta alla pandemia. Berlusconi è stato più volte costretto a puntualizzare che non si tratta di cambiare maggioranza o governo; che la lealtà nei confronti degli alleati non si discute ma che è il momento di mettere da parte gli antagonismi politici per aiutare il governo a fare al meglio il bene della nazione, magari iniziando dalla sessione di Bilancio per decidere in maniera più partecipata il modo di spendere i soldi.
Se non può dirsi mutato il rapporto di forza con gli alleati, di certo il leader di Forza Italia sta attraversando una nuova primavera. Lo avevano dato in ritirata dopo l'ultimo turno elettorale. Ma quello che all'epoca della campagna elettorale poteva essere un handicap non da poco (isolamento imposto dai medici) ora si rivela un vantaggio. Lontano dai comizi di piazza, lontano da tutte quelle manifestazioni urlate e affollate che hanno fatto da propizia cornice per le esternazioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, a bucare il teleschermo è la voce pacata e suadente del Cavaliere, che nei mesi scorsi ha incassato apprezzamenti impensabili soltanto un anno fa.
Romano Prodi dice che «non è più un tabù un governo con Berlusconi» e Francesco Nicodemo (già responsabile delle comunicazioni del Pd) pubblicamente su Twitter confessa: «Sarò invecchiato, ma ultimamente sono sempre d'accordo con le cose che dice».
Stesso discorso per la bibbia transalpina dei radical chic L'Express, dove quest'estate il leader di Forza Italia è divenuto faro del centrodestra e unico valido rappresentante italiano di quel populismo moderato che ha avuto come primo motore il generale De Gaulle.
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