Il piano di Berlusconi su sicurezza e povertà. "Mai stampella del Pd"

Il leader di Forza Italia redige il programma: "Così Renzi ci ha ridotto in queste condizioni"

Il piano di Berlusconi su sicurezza e povertà. "Mai stampella del Pd"

Roma - Berlusconi si sente già in campagna elettorale anche perché avverte: «Non faremo da stampella a Gentiloni; il Pd ci ha messo in questa condizione drammatica; non saremo noi a togliere loro le castagne dal fuoco». Il Cavaliere è in palla, dimagrito, pronto alla pugna. Lavora quotidianamente al programma e a un nuovo format per comunicarlo. Sta pensando a un «albero delle libertà»: dieci rami in tutto, dieci temi principali; ogni ramo tre frutti, ossia tre idee per cambiare il Paese. I rami principali sono il lavoro, il fisco, la sicurezza, l'Europa, la burocrazia, la scuola e la sanità. Il tronco resta il credo liberale ma l'ex premier punta moltissimo al ramo «sociale». A chi lo va a trovare ripete che «dobbiamo dare risposte alla gente che non ce la fa: ci sono 4 milioni e mezzo di poveri; e c'è 1 milione e mezzo di bambini che non ha un pasto proteico al giorno». Berlusconi sta studiando una sorta di «reddito di cittadinanza»; che naturalmente avrà un altro nome e soprattutto sarà correlato a un «piano di fattibilità». Servono cifre precise e soprattutto le coperture.

Altro tema forte è quello classico del fisco. L'obiettivo è arrivare a un'aliquota unica perché «Se lo Stato chiede il 15% il cittadino lo paga volentieri; se chiede il 30% si storce il naso ma se la percentuale sale il cittadino si sente vessato ed evade». Anche su questo tema il Cavaliere è al lavoro perché la flat tax al 15, che vuole la Lega, adesso potrebbe essere prematura. E poi la sicurezza, «problema che attanaglia tutti ma in modo particolare le classi sociali meno agiate e chi vive in periferia».

Il Cavaliere ne parla con tutti; specie con giovani industriali che in questi giorni varcano i cancelli di Arcore. A loro espone le proprie idee; da loro accetta proposte e consigli utili. A questo proposito l'ex premier vuole creare un «pensatoio», un «laboratorio di idee» che costituisca la benzina per il motore di Forza Italia.

Un partito, quello azzurro, destinato a crescere visto lo psicodramma che sta vivendo il Pd. Berlusconi, però, non entra nel dibattito interno al partito di Renzi, anzi. Ai suoi raccomanda: «Non prendiamo posizioni, mi raccomando; guardiamo che succede; facciamo gli osservatori, non il tifo per gli uni o per gli altri». Certo è, però, che un'eventuale scissione nel Pd avrebbe effetti anche sul governo. Ma Berlusconi ha le idee chiare: «Non faremo da stampella al governo Gentiloni. Il Pd ci ha messo in queste condizioni drammatiche; è impensabile che ora vengano a chiederci di togliere loro le castagne dal fuoco». Nessun soccorso azzurro; nessun salvagente. Anche perché in autunno palazzo Chigi sarà alle prese con una legge di bilancio che si prospetta tutta lacrime e sangue. Perché sobbarcarsi l'onore di una manovra che rischia di essere depressiva?

Non solo: «Alla gente non importa nulla delle beghe interne ai partiti», dice ai suoi il Cavaliere. Il quale, tuttavia, ha le sue simpatie anche nel campo avverso.

E più di uno giura di averlo sentito parlare bene del governatore della Puglia, Michele Emiliano: «È efficace, simpatico, molto comunicativo e trasversale. È una figura molto interessante». In pratica Berlusconi ha già archiviato Renzi.

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