Piano "salva-spesa". Da ottobre Urso: batteremo l'inflazione

Il ministro sigla con la grande distribuzione l'intesa per calmierare i prezzi alimentari. Ma l'industria si sfila

Piano "salva-spesa". Da ottobre Urso: batteremo l'inflazione
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Il governo sigla l'accordo anti-inflazione con le imprese della distribuzione ma, come dichiarato alla vigilia, le imprese alimentari non si sono sedute al tavolo del ministro Urso. Dal primo ottobre al 31 dicembre una serie di prodotti di prima necessità saranno offerti a prezzi calmierati nei negozi, super e ipermercati aderenti all'iniziativa. Il protocollo di intesa sottoscritto al ministero delle Imprese e del made in Italy reca solo le firme delle associazioni della distribuzione moderna, del commercio, delle farmacie e parafarmacia. «Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all'inflazione riconducendola a livelli naturali», ha esultato il ministro Adolfo Urso.

«Ancora una volta facciamo la nostra parte, anche riducendo i margini operativi, per tutelare il potere d'acquisto delle famiglie. Auspichiamo che questo impegno sia condiviso anche dall'industria», ha dichiarato la vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini. «Con grande senso di responsabilità, abbiamo deciso di proseguire il percorso già iniziato per trovare insieme alle istituzioni soluzioni concrete di contrasto all'inflazione, con l'obiettivo di tutelare le famiglie e la tenuta dei consumi», ha chiosato il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, sottolineando che «l'impegno del settore nel contrasto all'aumento dei prezzi dura ormai da diciotto mesi, in cui le aziende distributive hanno messo in campo uno sforzo economico straordinario, sacrificando i propri margini, per contenere il più possibile l'impatto inflattivo al consumo». Anche Confartigianato ha manifestato «piena disponibilità» al confronto e al coinvolgimento nelle attività del governo per quanto riguarda le imprese rappresentate nei settori dell'alimentazione e dei servizi alle persone. «Nei prossimi giorni definiremo con i nostri associati un paniere di prodotti di prima necessità da offrire a prezzi calmierati, nel rispetto della libertà di impresa e delle singole strategie di mercato», ha spiegato il presidente di Fiesa Confesercenti, Daniele Erasmi.

Il protocollo d'intesa prevede modalità di adesione flessibili che saranno definite entro il 10 settembre. Sugli articoli del cosiddetto «carrello della spesa» e di prima necessità, si potrà intervenire con l'applicazione di prezzi fissi, attività promozionali, iniziative sui prodotti a marchio del distributore e carrelli a prezzo scontato o unico. Le promozioni riguarderanno prodotti alimentari e non food, a partire dagli articoli per bebè e per l'igiene. L'intesa prevede anche l'istituzione di un tavolo permanente al ministero per affrontare problematiche della distribuzione moderna e del commercio tradizionale e adottare politiche di sostegno. La prima riunione è prevista entro settembre.

Le associazioni del settore alimentare aderenti a Confindustria (Italmopa, Unionfood, Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte) hanno ribadito che «qualunque determinazione, promessa o impegno sul valore del prodotto finito non possa prescindere da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare». Tutte i rappresentanti dei settori che concorrono a determinare il prezzo finale dei beni di prima necessità (materie prime, energia, packaging, logistica, ecc.) e che «hanno un ruolo decisivo» non possono essere esclusi dal dibattito, altrimenti la diminuzione del prezzo si scaricherebbe interamente sui produttori che già hanno compresso i margini per evitare un'eccessiva contrazione dei volumi di vendita. La stessa posizione è stata espressa da Cna Agroalimentare. Il governo, comunque, cercherà una mediazione.

Scettiche le associazioni dei consumatori.

Assoutenti sta studiando azioni legali contro l'ostruzionismo dell'industria e ha ipotizzato un esposto all'Antitrust per cartello, mentre l'Unione nazionale consumatori ha bollato l'iniziativa come una «sceneggiata, un'operazione di marketing e di facciata» priva di qualunque impegno concreto e di effetti reali.

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