La tentazione è forte. Matteo Salvini sarebbe pronto a raccogliere il suggerimento dell'ex presidente del Senato Marcello Pera. Intestandosi la proposta di una costituente che vari la più grande riforma della Costituzione dal dopoguerra ad oggi. Partendo da un tema caro a Pera e Salvini: la giustizia. Strada da percorrere non subito, nell'immediato. Ma quando i tempi saranno maturi. Il progetto è per il futuro, in una prospettiva di definitiva svolta liberale del Carroccio. Scandali, corvi e inchieste impongono una riflessione sui meccanismi di funzionamento della giustizia italiana e di selezione delle carriere dei magistrati. Salvini vorrebbe compiere il «grande passo», abbracciando la causa garantista. Sposare il sogno Pera. Dall'entourage del leader leghista frenano: «Non è un tema all'ordine del giorno». L'ex presidente del Senato, annoverato tra le menti più brillanti di Forza Italia prima e Pdl dopo, giocherebbe ruolo decisivo. L'ultimo colloquio tra Pera e Salvini è avvenuto dieci giorni fa negli uffici del leader della Lega al Senato. Pera ha accompagnato Mario Pardini, candidato sindaco di Lucca, città dell'ex presidente del Senato, per l'endorsement in vista delle prossime elezioni comunali. Archiviata la pratica Lucca, Pera e Salvini sarebbero arrivati al cuore della questione: rimettere in piedi l'idea della costituente per riformare Carta e giustizia. Dopo il lungo faccia a faccia nelle stanze di Palazzo Madama, tra il leader del Carroccio e l'ex presidente del Senato, vanno registrati due episodi. Il primo. Salvini esce allo scoperto e decide di sostenere la battaglia referendaria dei Radicali. La Lega contribuirà alla raccolta firme per la consultazione popolare su tre quesiti: responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere e cancellazione della legge Severino. Il secondo indizio arriva lunedì 10 maggio con l'intervista di Marcello Pera al quotidiano Libero. Gran parte dell'intervista ruota su tre concetti: l'idea di una costituente, solo tecnici, senza deputati e senatori, che prepari il testo per una riforma della Costituzione. Quello della Costituente è un pallino vecchio di Pera. Idea che sembra aver fatto breccia nella strategia di Salvini. Pera insiste su due punti: una costituente tecnica, senza parlamentari, che prepari la riforma dello Stato, in senso presidenziale o sul modello inglese, e il trasferimento della magistratura inquirente sotto il controllo esecutivo. C'è poi un terzo punto: l'economia. Meno assistenza, meno sussidi e bonus, di conseguenza meno tasse e più libertà, ma anche più responsabilità per l'impresa. Ma nell'intervista rilasciata al quotidiano Libero - Pera lancia un vero e proprio messaggio politico, auspicando la svolta liberale della Lega. Il destinatario dell'appello è chiaramente il numero uno leghista. Per Pera «la Lega non può solo prendere i voti di Fi senza prendere anche gran parte delle idee di Forza Italia». È un invito, dunque, a compiere il grande passo in nome di una svolta liberale del partito nato secessionista. L'appoggio al governo Draghi è un passo importante. «Ma ora - ragiona Pera il processo va completato». Normalizzato. La giustizia può essere il terreno su cui piantare il «nuovo» Carroccio con la veste liberale. Altro elemento: Giancarlo Giorgetti è completamente fuori dalla partita. Sarà Salvini in prima persona a decidere se accogliere il suggerimento di Pera. Indossando l'abito del costituente. Abito che finora Salvini ha preferito far indossare al fido Giorgetti. Salvini è tentato e continua il giro di consultazioni con i fedelissimi per valutare se mettere al centro dell'agenda politica, per i prossimi due anni, il programma di riforme istituzionali. C'è un altro un ostacolo: il tema giustizia è un campo scivoloso. Le pulsioni giustizialiste dei leghisti sono ancora vive e vegete. L'idea di abbandonare «il Salvini sceriffo» in divisa potrebbe avere contraccolpi sul piano elettorale. Soprattutto perché la Lega pesca molto in quella base giustizialista. La moral suasion di Pera non dovrebbe fermarsi.
E gli ultimi rigurgiti giustizialisti della Lega non saranno un ostacolo invalicabile. Con l'ok ai referendum radicali, la svolta è non è poi così lontana. Salvini si candida a plasmare la Lega sul modello di un partito liberale europeo.
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