Un sistema economico forte e capace di adattarsi a ogni difficoltà, che ha però alle spalle un debito pubblico che rimane una zavorra pesante. Ciononostante prevale la prima caratteristica, specie in un momento in cui persino soffrono tutte le grandi economie d'Europa, a partire dalla Germania, che al contrario dell'Italia presenta indici e trend tutti negativi.
È un po' questa la cornice dentro la quale l'agenzia Usa Fitch ha confermato rating e outlook dell'Italia (come dire: il voto in pagella e le prospettive future). Un bel risultato a pochi giorni dal verdetto atteso da parte dell'agenzia di maggior peso e autorevolezza: venerdì 19 tocca a Moody's dare la sua valutazione. E se Fitch, da tempo, assegna un voto più alto al debito italiano, il giudizio di Moody's è invece più pericoloso, perché basterebbe un solo downgrading per provocare la retrocessione dell'Italia nella spazzatura del mondo, quell'area che renderebbe i Btp titoli indesiderati per qualunque investitore istituzionale, spingendo il costo del nostro debito (cioè il tasso che il Tesoro dovrebbe offrire per le future emissioni) alle stelle.
Ed è quello che è emerso un paio di settimane fa, quando prima Goldman Sachs - che ha suggerito di sostituire i Btp con i titoli greci - poi la stessa Moody's hanno minacciato di destabilizzare gli equilibri finanziari italiani. La realtà è che, a intervalli regolari, gufi e Cassandre del mercato escono allo scoperto per inviare messaggi al governo Meloni che suonano pressappoco come minacce: in caso di decisioni espansive di politica economica tornerebbe subito l'incubo spread, stile 2011. Ma poi, a stretto giro, i dati macro economici e le stime dei vari centri studi nazionali ed esteri, mettono tutto a tacere.
E così è successo anche questa volta: il rating, spiega Fitch, «è supportato da un'economia diversificata e ad alto valore aggiunto, dall'appartenenza alla zona euro, da istituzioni solide». Resta però «un debito pubblico molto elevato», mentre il «potenziale di crescita economica è contenuto» e il rialzo dei tassi della Bce (unito alla decisione di rallentare l'acquisto di Btp a partire dal prossimo mese di luglio) non aiuta. Ma in definitiva «la crescita dell'economia italiana ha superato le nostre aspettative» così che le stime sul Pil 2023 salgono da 0,5 all'1,2%, addirittura più alte di quelle che il governo ha inserito nel Def, nell'ordine dell'1%. E infine Fitch riconosce anche che il quadro politico esprime un governo con «una maggioranza stabile e un forte sostegno tra gli elettori» con un'opposizione è «frammentata»: il governo potrebbe durare «un'intera legislatura, cosa non comune» in Italia.
Per il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti la conferma del rating da parte di Fitch è una notizia che incoraggia a proseguire il lavoro «serio, responsabile e discreto», portato avanti dall'Italia nonostante la situazione economica globale sia tutt'altro che semplice.
E il G7 dei ministri finanziari in Giappone - al termine dei tre giorni di riunioni che hanno gettato le
basi per il la riunione dei capi di Stato la prossima settimana ad Hiroshima, lo mette nero su bianco: l'economia finora ha tenuto di fronte alle tante crisi, ma sulle prospettive globali c'è «un'accresciuta incertezza».
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