Sarà certamente una coincidenza. Ma sta di fatto che ogni volta che attorno al Parco archeologico di Pompei c'è aria di polemica, ecco spuntare - con altrettanta puntualità - la notizia di una «clamorosa scoperta archeologica»; ottima per «rilanciare nel mondo l'immagine di Pompei», ma buona pure per attutire il polverone del dissenso. E negli ultimi giorni in quel di Pompei le grane non sono mancate, a cominciare dalla querelle «diplomatica-istituzionale» relativa alle dimissioni di due (Stefano De Caro e Irene Bragantini) fra i quattro «grandi saggi» del Consiglio scientifico del parco a seguito della nomina appena decisa dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, del nuovo giovane direttore tedesco, Gabriel Zuchtriegel, al posto dell'italianissimo Massimo Osanna, «principale artefice del grande rilancio di Pompei» (Franceschini dixit). Nei giorni scorsi la coppia De Caro-Bragantini aveva scritto una lettera a Osanna che si concludeva così: «Non ci sono le condizioni per collaborare con il Suo successore». Apriti cielo. Ma ora a richiuderlo - il cielo, ma soprattutto l'imbarazzo per le dimissioni dei due consiglieri - è giunta, provvidenziale, la scoperta di un «reperto unico, finora mai rinvenuto in Italia, miracolosamente scampato all'azione di saccheggio dei tombaroli». Quando si dice la combinazione. Ma pensare male sarebbe davvero una pretestuoso. Non ci resta quindi che esultare con i vertici del Parco Archeologico e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ieri hanno all'unisono spiegato la valenza storica e culturale del «carro da parata emerso dallo scavo della villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica». Un successo arrivato «nell'ambito dell'attività congiunta, avviata nel 2017 e alla luce del Protocollo d'intesa sottoscritto nel 2019, finalizzati al contrasto delle attività illecite ad opera di clandestini nell'area». «Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così per molti anni con venti ettari ancora da scavare - ha dichiarato un radioso Dario Franceschini -. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo è contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi». Il ministro della Cultura ha quindi ringraziato i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale per «aver scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato». Il grande carro cerimoniale a 4 ruote è stato rinvenuto nel porticato antistante alla stalla, dove nel 2018 erano emersi i resti di tre cavalli.
«Si tratta di un ritrovamento unico, che non ha precedenti in Italia, in ottimo stato di conservazione», ha sottolineato Massimo Osanna, neo direttore generale dei musei del ministero dei Beni culturali. Da parte invece del nuovo direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, nessuna dichiarazione. Chissà perché.
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