Gente in piazza a gridare slogan contro Xi Jinping e a chiedere le dimissioni del governo comunista non si vedono tutti i giorni in Cina. Per l'esattezza, non si vedono mai: troppo pericoloso esporsi, con un controllo sociale occhiutissimo e una polizia che non va per il sottile. In un Paese immenso con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, in condizioni normali, isolati episodi di protesta avvengono di sicuro qua e là, ma è quasi impossibile che raggiungano un livello minimo di visibilità prima di finire soffocati con le cattive maniere. Se in queste ore invece assistiamo all'inaudito, è perché la soglia della sopportazione del cinese medio nei confronti delle draconiane misure di contenimento dell'epidemia di Covid è stata ormai superata.
La verità è che Xi ha sbagliato troppo. La campagna vaccinale è stata un fallimento e la Cina è rimasta l'unica grande economia mondiale a mantenere il drastico metodo del lockdown come misura di prevenzione. A risentirne non è solo l'economia nazionale, ma anche le condizioni di vivibilità per la popolazione. La quale, complici anche le immagini beffarde trasmesse in televisione di grandi folle riunite negli stadi del Qatar a godersi in piena libertà i mondiali di calcio, ha perso qualcosa di più della pazienza: se tante persone abituate alle limitazioni di uno Stato di polizia accettano di assumersi rischi così elevati (la repressione già vista a Hong Kong è uno scherzo rispetto a ciò che potrebbe essere fatto nelle città cinesi) è perché ritengono di avere ormai poco o nulla da perdere.
Il punto, adesso, è cosa sceglierà di fare Xi Jinping. Il bivio è tra scegliere di non cedere alle proteste oppure di concedere qualcosa, ma soluzioni vincenti non ce ne sono. E' connaturata al regime che non può mai mostrarsi debole - una preferenza per l'ascolto zero alle lagnanze del popolo, però è anche un fatto che tener duro sulla linea radicale del tutti a casa indefinitamente implicherà il rischio di un estendersi delle proteste di piazza. Ed è pur vero che, come Tienanmen ha insegnato, il partito comunista cinese pur di conservare il potere assoluto non si ferma davanti alla prospettiva di un bagno di sangue: ma il rischio che la situazione sfugga di mano esiste.
D'altra parte, se Xi cedesse allentando le misure anti Covid, l'effetto sicuro sarebbe un dilagare immediato dell'epidemia in una popolazione che non è adeguatamente protetta da un vaccino di qualità inferiore ai nostri e comunque poco diffuso anche per sfiducia popolare: pericolosissimo, e non solo per la Cina.
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