
«Clima intimidatorio», «atteggiamenti gravissimi», «dinamiche di potere» anomale «tra Fiom e direzione aziendale», con l'organizzazione dei metalmeccanici della Cgil che «detta le linee operative». Fino al punto da «costringere una lavoratrice iscritta alla Uil» a cancellarsi dall'organizzazione di appartenenza per iscriversi alla Fiom. La denuncia contro il sindacato guidato da Maurizio Landini (foto), e in particolare Fiom, la sua branca più potente (dopo i pensionati), nonché proprio quella da cui arriva il segretario nazionale, fa rumore. Anche perché a muoverla, e in modo pubblico, è la Uil, ossia il sindacato più vicino e spesso in sintonia con la Cgil. Che ieri, con una dichiarazione ufficiale del segretario generale Uilm Rocco Palombella, ha annunciato di aver scritto ai ministri economici del governo Meloni (Giorgetti, Urso e Calderone) per avere un incontro urgente sulla «situazione sempre più preoccupante in STMicroelectronics». Preoccupante non tanto e non solo per ragioni industriali, anche se negli stabilimenti italiani del gigante multinazionale dei microprocessori ci sono problemi derivanti dalla crisi dell'automotive, ma per ragioni di rapporti interni tra sindacati. Con la Fiom che pretende di dettar legge, discrimina i sindacati concorrenti e spesso, denunciano dalla Uil, agisce di concerto con i vertici aziendali: «É doloroso dirlo, ma in STM la Cgil si comporta da sindacato giallo», accusano. E questo nonostante la rappresentanza interna, in base ai risultati delle elezioni per la Rsu di fine 2024, sia equilibrata: 15 delegati Fiom, 14 Fim, 10 Uilm. Due gli episodi, piuttosto sconcertanti, che hanno fatto esplodere il bubbone. Il primo: nello stabilimento di Agrate Brianza una dipendente, iscritta alla Uil Metalmeccanici, aveva una vertenza aperta con l'azienda e doveva trattare una transazione per l'uscita. Convocata dal rappresentante Risorse Umane, si è sentita spiegare - raccontano dalla Uilm - che «con il tuo sindacato non facciamo accordi: se vuoi arrivare alla transazione devi iscriverti alla Fiom». Con tanto di invio, tramite whatsapp, del numero di telefono del segretario Fiom Pietro Occhiuto e l'indicazione di contattarlo per iscriversi.
Nella querela, presentata dal segretario Uilm di Milano, si mette nero su bianco la «sensazione che il management di ST abbia sempre cercato di favorire in azienda il sindacato Fiom a discapito» degli altri, con «comportamenti di ostracismo» verso la Uil. Il secondo episodio denunciato dalla Uil ha per protagonista il medesimo Occhiuto, accusato di aver additato - nel corso di un'assemblea sindacale ad Agrate Brianza - un delegato Uil, che se ne stava in silenzio, gridando: «Eccolo là, il fascista che vota Meloni». La reazione del delegato è stata «verbalmente esagerata», riconoscono in Uilm, ma «giustificata» dal virulento attacco a freddo: «Io fascista? Se lo fossi ti avrei già puntato una calibro 45 in fronte». La Fiom ha denunciato l'accaduto chiedendo «pubbliche scuse» al delegato, la Uilm ha risposto: «Bene, ma chieda scusa anche Occhiuto per l'attacco provocatorio».
Risultato: sulla base della denuncia Fiom, l'azienda ha disposto un provvedimento disciplinare contro il delegato Uilm, sospendendolo dal salario, e ne ha chiesto il licenziamento. Ora la Uil denuncia «vessazioni e discriminazioni e chiede al governo di intervenire.
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