Basta ai processi che cominciano in piazza: immediata iscrizione nel registro degli indagati dell'accusato e processo entro 90 giorni dall'esecuzione di una misura cautelare. Nessun rinvio, pena la sanzione della nullità degli atti. Il disegno di legge è stato presentato ieri e il primo firmatario Luigi Vitali (nel tondo), senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Giustizia, lo illustra in una conferenza stampa a Palazzo Madama.
«Vista la necessità di una riforma del processo penale - dice - e considerata la lunga tempistica dei processi, basterebbe modificare qualche norma per risolvere l'annosa questione che attanaglia la maggioranza di governo. Bisogna porre fine a processi mediatici che consegnano all'opinione pubblica un imputato già colpevole. È all'iscrizione della notizia di reato che può iniziare il calvario, perché la rete di garanzia a tutela dell'indagato è praticamente cancellata da un processo mediatico. Il primo giudizio avviene nella pubblica piazza».
Invece, per rispettare il principio della ragionevole durata del processo, il ddl prevede l'apertura del dibattimento entro 30 giorni dalla richiesta e la celebrazione nei tempi previsti, ma non rispettati, dall'articolo 477 del Codice di procedura penale. «Torniamo allo spirito del Codice dell''89, che poi è stato stravolto». L'iniziativa coincide con la presentazione dei referendum sulla giustizia di Lega e Radicali, ma Vitali precisa: «Siamo favorevoli e li appoggiamo. Uno dei quesiti riguarda proprio la questione della custodia cautelare di cui ci occupiamo nel nostro ddl».La presidente dei senatori azzurri, Anna Maria Bernini, ringrazia il ministro Guardasigilli Marta Cartabia per «l'ottimo lavoro sulla riforma della giustizia», però aggiunge che «alcuni aspetti tecnici vanno chiariti e per questo Fi presenta una sua proposta di riforma, una risposta semplice a un problema complesso, con poche modifiche ad alcuni articoli si attua una rivoluzione».
Il ddl firmato da Vitali e altri azzurri, da Giacomo Caliendo a Franco Dal Mas, Nazario Pagano e Massimo Mallegni, ma anche dal senatore di Fdi Alberto Balboni, punta dunque a ridurre drasticamente i tempi del processo. Una delle proposte è quella di rendere obbligatorio per il Pm, a pena di nullità assoluta, iscrivere entro 24 ore nell'apposito registro ogni notizia di reato. «Questa proposta - dice Caliendo- è un ulteriore tassello della politica di Fi a tutela dei cittadini. Non sono norme contro la magistratura ma per garantire la funzionalità del processo e limitare il corto circuito tra giustizia e media nei processi. Queste norme si inseriscono in quel sistema di garanzie che dobbiamo costruire». Sarà proprio lui a chiedere la calendarizzazione al più presto del ddl in Commissione giustizia.
«Il punto più delicato della
riforma - interviene Dal Mas - riguarda la fase delle indagini, dove si mettono a rischio la dignità, la riservatezza e la sicurezza delle persone. La vera separazione delle carriere dovrebbe riguardare la stampa e i pm».
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