Basta un battito di ciglia, una ravviata a quei belli capelli e voilà Calenda Carlo si trasforma, prima annuncia opposizione durissima e responsabile, assumendo anche la postura di uno che la sa lunga, considerato il curriculum glorioso, però subito dopo annuncia che il governo durerà mesi quattro, massimo sei. Calenda fa rima con tregenda, riunione notturna di demoni e streghe che preparano e determinano malefici, lui è davvero un bel diavolo ma l'ultima fattura, nel senso della iettatura, fa tornare alla mente il Carosello televisivo, la pubblicità della China Martini recitata da Franco Volpi ed Ernesto Calindri. Lo slogan ripetuto dai due gentiluomini attorno a un tavolo da biliardo, era «Dura minga, non può durare», poteva riguardare l'avvento del dagherrotipo al posto della pittura su tela, del cinemascope nelle sale abituate al bianco e nero, tutta roba impossibile a resistere, come appunto sostiene il tronfio Calenda Carlo reduce dalla sua grandiosa performance elettorale, con una percentuale che ha ribadito come la somma faccia il totale, Calenda+Renzi come erano così sono rimasti, fedeli nei secoli o forse quattro, massimo sei mesi. Ma il problema sta altrove, mica in quel sette virgola sette per cento di Azione-Italia Viva, ribattezzata Terzo Polo ma che, visti i risultati, va a ribadire la locuzione latina Tertium non datur. Ma Calenda Tregenda insiste, la colpa è di chi ha dato voti altrove, il Piddì è in crisi irreversibile, degli altri non si occupa e non si preoccupa, eccetto la Meloni e il rischio «di finire a carte 48», forse involontariamente alludendo ai moti risorgimentali del 1848 ma lo escludo per un politico di razza e di stazza che dicesi pronto a mettere nei guai, però democraticamente, i nuovi governanti.
Ora incomincia il conto alla rovescia, entro fine gennaio, massimo marzo la destra farà i conti con il vaticinio del parlamentare europeo collocato al settantunesimo posto nella classifica per presenze nelle votazioni sui 75 deputati italiani e al seicentoventiduesimo posto sui 705 complessivi.
Ma questi sono numeri aridi che non dicono la verità sull'impegno profondo del nuovo che avanza ma si è fermato sotto il dieci per cento, non per errori ed omissioni sue ma per l'ignoranza degli elettori che non hanno capito che il loro voto vale come il latte a lunga conservazione, dura fino a sei mesi a temperatura ambiente. Lo dice l'esperto in scadenze, Calenda Carlo, uno che dura minga, non può durare.
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