"Progressi su Regeni". Rientra in Egitto l'ambasciatore italiano

Maggiore collaborazione tra le procure. Al Cairo il nuovo rappresentante

Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Regeni
Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Regeni

Ci sarebbe stato un passo avanti nella cooperazione tra Italia ed Egitto sul caso di Giulio Regeni, tanto che il ministero degli Esteri ha annunciato la partenza per il Cairo dell'ambasciatore Giampaolo Cantini. Un rappresentante diplomatico manca dal Paese dall'8 aprile 2016, quando a richiamarlo era stato l'ora premier Paolo Gentiloni.

Oggi sono stati trasmessi a Roma gli atti di un nuovo interrogatorio ai poliziotti che hanno contribuito agli accertamenti sulla morte del giovane ricercatore italiano, sollecitato dall'Italia. E dopo una nota firmata dai procuratori dei due Paesi, Giuseppe Pignatone e Nabil Ahmed Sadek, è arrivata dalla Farnesina la conferma che Cantini andrà a prendere quel posto che Maurizio Massari aveva lasciato vuoto su richiesta di Roma, per poi accettare il nuovo incarico a Bruxelles.

A settembre prenderà il via il recupero dei video della metropolitana, che il governo egiziano ha affidato a una società esterna. Dopo una riunione a cui prenderanno parte gli inquirenti italiani, la procura egiziana e l'azienda ci sarà un nuovo incontro "per fare il punto della situazione".

Un messaggio indignato è arrivato dalla famiglia che ha espresso "la sua indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo

italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo", sostenendo che "dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi e' stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio".

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