A Lampedusa è caos. Di migranti, di forze dell'ordine stremate, di gente che non ce la fa più, dilaniata tra la solidarietà a chi sbarca e la richiesta di essere presa sul serio dall'Ue, finora presente solo a parole. Così ieri mattina è montata la protesta. Si era sparsa la notizia che si volesse montare una tendopoli per accogliere altri migranti e, allora, in molti hanno bloccato via Vittorio Emanuele e non sono mancati momenti di tensione. «Stiamo difendendo la nostra isola», urlavano. «Non si trasformi l'isola in un centro di detenzione» ha detto l'ex sindaco Totò Martello. È intervenuto al telefono il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari: «Non è la creazione di un nuovo hotspot, che è invece si sta costruendo Porto Empedocle ha detto -. Le tende sono per noi. Non abbiamo dove far dormire il personale». Ma secondo uno dei rappresentanti della protesta le cose non stanno così: «Ho ascoltato una telefonata, in viva voce, in cui l'Esercito affermava che le tende sono per i migranti». La protesta ha per ora bloccato l'iniziativa e se ne parlerà dopo il consiglio dei ministri.
Qui, intanto, si continua a sbarcare. Nella mattinata di ieri sono arrivati 121 migranti partiti da Sfax e da Zwara. Tra loro una neonata morta, partorita durante la traversata. I medici sono arrivati quando stava spirando. La tensione si taglia a fette anche nell'hotspot dove, ieri mattina, c'erano 2.500 presenze. I migranti, stanchi di attendere il trasferimento, hanno protestato fin quando non hanno capito che prima o poi partiranno tutti. Non è il trasferimento, però, la soluzione al problema, visto che si trasferiscono, nei territori d'arrivo, anche le tensioni. Così nel Ragusano, dove, ai 700 migranti dell'hotspot di Pozzallo, se ne sono aggiunti altri 780. «Sono numeri difficili da sostenere, nonostante il grande impegno di tutti dice il sindaco Roberto Ammatuna -. Pozzallo continua ad accogliere con grande umanità, ma è doveroso l'invito al Governo a un maggiore raccordo con i Comuni sulle iniziative da intraprendere».
Secondo Ammatuna «più di invocare l'Europa e proclamare l'ennesimo giro di vite nei confronti dei migranti, occorre una maggiore organizzazione nell'accoglienza e distribuzione dei migranti e un più stretto raccordo Governo- Comuni».
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