Province, scontro Lega-M5s

Salvini: "L'abolizione è una buffonata che ha portato disastri". Di Maio: "Riesumare vecchio carrozzone? Non se ne parla"

Province, scontro Lega-M5s

Un fronte al giorno crea crepe nel percorso del governo M5s-Lega verso il voto europeo del 26 maggio. Il nuovo tema di divisione riguarda le "vecchie" Province, "svuotate" dalla riforma Delrio nel 2014. Ad aprire il dibattito un'anticipazione del Sole 24 Ore, secondo cui il ritorno all'elezione diretta di circa 2.500 presidenti e consiglieri provinciali è il "piatto forte" dell'ultima bozza delle linee guida per la riforma degli enti locali cui stanno lavorando M5s e Lega. La notizia non è stata ben accolta da Luigi Di Maio che, intorno a mezzogiorno, ha inviato una nota al vetriolo: "Per me le Province si tagliano. Punto - ha scandito - Ogni poltronificio per noi deve essere abolito. Efficienza e snellimento, questi devono essere i fari. Questa è la linea del M5s". Mentre, da Biella, impegnato nella campagna elettorale per le amministrative, Matteo Salvini ha ribadito la posizione della Lega, da sempre a favore del ripristino della Province: "L'abolizione delle Province è una buffonata che ha portato disastri soprattutto nelle manutenzione di scuole e sulle strade - ha attaccato il capo della Lega - Vogliamo dare un servizio ai cittadini e se Comuni e Regioni non ce la fanno servono le Province".

Da Pechino, dove si trova per il Forum sulla Via della Seta, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha invece preso tempo. "Affronteremo" il tema "quando ritorneremo", ha replicato alle domande dei giornalisti.

Intanto, Salvini ha rincarato la dose: "Le province servono a dare i servizi ai cittadini e a garantire che scuole e strade d'italia siano in condizioni normali ed efficienti. L'importante è che i Cinque stelle si mettano d'accordo, perché qualche viceministro dice di sì e qualche viceministro dice di no... Sui porti poi qualcuno li vuole chiusi e qualcuno li vuole aperti... L'importante è mettersi d'accordo".

Di Maio ha poi replicato: "Bisogna andare avanti, non indietro! Per le tasse che pagano, gli italiani già meriterebbero di avere servizi dignitosi nelle proprie città.

Non è riesumando un vecchio carrozzone che si danno più servizi ai cittadini. Io nuove poltrone non le voglio. Bisogna tagliarle le poltrone, non aumentarle. E bisogna tagliare anche gli stipendi dei parlamentari. Subito!". E lo scontro continua.

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