Psicosi a Notre Dame: intossicati due fedeli. Profanazione o veleno?

Ricoverate due persone che si erano segnate con l'acqua santa. Escluso il terrorismo

Psicosi a Notre Dame: intossicati due fedeli. Profanazione o veleno?

Parigi - L'acqua di Notre-Dame è stata avvelenata? Non c'è pace per la cattedrale parigina dove venerdì una coppia di fedeli si è fatta il segno della croce bagnandosi le mani nell'acquasantiera ed è rimasta fortemente intossicata. Immediatamente il loro viso ha cominciato a irritarsi, al punto da richiedere l'intervento di un medico. Avvertono mal di testa e il dubbio che qualcuno abbia potuto avvelenare l'acqua della cattedrale comincia a insinuarsi nel luogo di culto già al centro di leggende esoteriche e fantasie medievali mai sopite.

A immaginare l'ipotesi che evoca romanzi come il Nome della rosa, uno degli ecclesiastici. Venerdì si è recato subito al commissariato per denunciare l'accaduto. Dai primi rilievi della polizia non emerge nulla. I fedeli, interrogati, smentiscono l'allucinazione collettiva: quello a cui hanno assistito è un mistero e chiedono risposte.

Ieri nuova giornata di indagini, ma nessuna sostanza tossica sembra sia stata trovata. Esclusa fin da subito la matrice terroristica, altri prelati provano a minimizzare, col rettore di Notre Dame che vuole chiudere l'episodio prima che il caso assuma proporzioni da best seller: «Penso semplicemente che siano stati degli scolari ad aver messo delle palline puzzolenti nell'acquasantiera, causando un odore nella cattedrale che sembrava aglio», spiega Patrick Chauvet.

Nonostante le risposte tardassero ad arrivare, l'acqua benedetta è stata rimossa e l'acquasantiera pulita a più riprese con la candeggina. Un modo per alimentare l'enigma tra le navate. Si trattava davvero di avvelenamento? Qualcuno ha sversato una sostanza nociva nell'acquasantiera? Perché è stata usata la candeggina per ripulire così a fondo le acquasantiere? Ieri l'arciprete Chauvet ha provato a ricostruire di nuovo l'accaduto, provando a rassicurare i fedeli pronti a entrare a Notre Dame per le celebrazioni del 15 agosto, circa 30 mila turisti al giorno in questo periodo. L'addetto all'accoglienza, spiega l'arciprete, assistendo alla scena ha pensato a un «attacco chimico» ed ha allertato i presenti. Poi tutto è rientrato.

La polizia arriva solo il giorno seguente, sabato, e non trova tracce di veleno o sostanze tossiche, riconoscendo però che l'odore era forte e non si trattava certo di «incenso». Ieri la giornata chiave per risolvere il mistero, con una pattuglia di cronisti e poliziotti ancora sul posto. La zona è stata pulita e disinfettata, e l'acqua sostituita. Nessun inchiesta giudiziaria è stata aperta, ma il sindaco del IV municipio di Parigi, Ariel Weil, dice: «Andremo fino in fondo per capire se si tratta di una profanazione».

Esiste infatti il precedente del marzo scorso, a Dijon (Côte d'Or), in un'altra cattedrale di Notre-Dame. Nel mirino, sempre l'acqua benedetta delle acquasantiere. Ad aprile, era toccato al santuario di Domois, dedicato a Notre-Dame. Tabernacolo distrutto con asce, finestre rotte, candele fatte a pezzi.

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