Quanti ipocriti sulla Meloni e Mussolini

Chissà di che colore era il grembulino della piccola Giorgia alle elementari. Se nero, sarebbe grave

Quanti ipocriti sulla Meloni e Mussolini

Chissà di che colore era il grembulino della piccola Giorgia alle elementari. Se nero, sarebbe grave. E, nella sua stanza da adolescente, campeggiava il poster del gruppo pop per ragazzine, i Take that, in voga nei primi anni Novanta del secolo scorso, o spuntavano un cranio rasato e una mascella prominente? Tutte inchieste appassionanti, che attendono il coraggioso giornalismo d'inchiesta progressista. In attesa di clamorose rivelazioni, gli eredi di Rosselli e di Salvemini hanno scoperto un video, da un vecchio servizio di una tv francese, in cui una Giorgia diciannovenne, anche se dall'apparenza più giovane, rispondeva in francese al giornalista con affermazioni generiche su Mussolini bon politicien. Talmente generiche che allora, come oggi, qualsiasi studente non particolarmente politicizzato le ripeterebbe. Segno che l'indottrinamento dell'organizzazione giovanile di Alleanza nazionale, in cui militava allora Meloni, non doveva essere granché: e coerentemente, perché la svolta di Fiuggi vi era stata l'anno precedente, ma si sa... Ora che si utilizzi un video vecchio di più di un quarto di secolo come prova che Meloni sarebbe sempre stata fascista, francamente fa molto ridere. È vero, per citare Ennio Flaiano, che siamo abituati a spostare sempre un po' più in là la soglia del ridicolo, ma poi c'è il burrone della totale perdita di credibilità del giornalismo, che già non gode di ottima salute. Se poi si utilizzasse lo stesso schema, scavare nella prima giovinezza dei leader politici o degli intellettuali, abbiamo avuto blasonati maestri di giornalismo di sinistra che, all'età del video di Meloni, scrivevano su giornali fascisti e antisemiti, o altri firmatari di appelli contro commissari di polizia poi massacrati sotto casa, oppure che dichiaravano di non parteggiare né per lo Stato né per le Br.

Abbiamo avuto presidenti della Camera e capi di Stato entusiasti dell'invasione sovietica della Ungheria, partecipi ai funerali dei dittatori infoibatori o che, a diciannove anni, avevano appena lasciato le organizzazioni fasciste per aderire al Partito comunista sovvenzionato da Stalin. Poi abbiamo avuto premier e ministri che lanciavano molotov e sassi alla polizia. Nessuno ne rivangò il passato. E allora, lasciate in pace la Meloni ragazzina. A meno che non salti fuori il grembiulino nero...

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