Quarta fumata nera, cresce ancora Mattarella: tutti i nomi

Mattarella spicca tra le preferenze e incassa 166 voti. Ma si contano 441 astenuti. Ore febbrili per cercare una convergenza: fumata bianca alla quinta chiama?

Quarta fumata nera, cresce ancora Mattarella: tutti i nomi

Anche la quarta votazione è andata a vuoto. Ma l'auspicio è che la fumata bianca possa essere davvero a un passo. Da oggi il quorum scende a 505 e in linea teorica dovrebbe essere più facile eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Nella pratica però così non è stato: da una parte il centrodestra ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno per "superare veti e contrapposizioni"; dall'altra i giallorossi hanno confermato la scheda bianca anche se con qualche distinguo. Servirà una nuova votazione, la quinta, prevista per domani a partire dalle ore 11.

Lo spoglio

A prendersi la scena questa volta sono stati gli astenuti (441). Invece, con numeri decisamente inferiori rispetto ai giorni scorsi, le schede bianche ammontano a 261. Nelle indicazioni principali rientrano Mattarella (166), Di Matteo (56), Manconi (8), Cartabia (6), Draghi (5), Amato (4), Casini, Cassese, Belloni, Berlusconi, Giorgetti, Altobelli, Veltroni, Taverna, Muti.

Notevole la progressiva crescita dei voti per Sergio Mattarella: diversi grandi elettori continuano a sperare nel bis e aumentano di numero giorno dopo giorno. L'attuale capo dello Stato ieri aveva incassato 125 voti, mentre alla seconda votazione 39. Il che dimostra come in Parlamento si stia rodando il motore di coloro che spingono per un secondo mandato del presidente della Repubblica uscente, che però più di una volta ha lasciato intendere di non essere disponibile.

I nomi sul tavolo

Sul tavolo è piombato il nome di Elisabetta Belloni, alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e che ha avuto un'illustre carriera diplomatica. Tutti i partiti le riconoscono una caratura importante, ma più di qualcuno ha storto il naso sulla compatibilità con il suo attuale ruolo. "Un profilo esemplare, peccato che ricopra la funzione di capo dei servizi segreti, ruolo che tra l'altro dipende direttamente dal capo del governo", fa notare il socialista Riccardo Nencini.

Un'altra possibilità riguarda Sabino Cassese: anche sul giudice emerito della Corte Costituzionale non si registrano particolari resistenze, tranne che tra i 5 Stelle. Infatti a provare imbarazzo potrebbe essere proprio la galassia grillina: Cassese più di una volta aveva criticato i Dpcm, strumento frequentemente usato da Giuseppe Conte nel corso dell'emergenza Covid-19.

Nelle ultime ore aveva preso quota la carta Pier Ferdinando Casini, visto da molti come un profilo in grado di mettere d'accordo una buona parte dei partiti. Potrebbe essere questa l'opzione giusta per sbrogliare la situazione, ma non mancano diverse voci critiche. Matteo Salvini ha fatto notare che l'ex presidente della Camera "è proposto dalla sinistra ed è stato eletto con il Partito democratico". A frenare sono stati anche Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle.

Le mosse dei partiti

Il centrodestra - pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione - conferma la disponibilità "a votare un nome di alto valore istituzionale". La coalizione sta valutando diversi profili istituzionali. Si attende di vedere cosa vorranno fare gli interlocutori di centrosinistra: se accordarsi su questi nomi di livello o continuare con i veti. Il centrodestra terrà un nuovo summit questa sera alle ore 21. Dalla Lega riferiscono che Matteo Salvini nelle ultime ore ha incontrato avvocati e docenti universitari.

Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e uguali hanno confermato la strada della scheda bianca anche nella giornata della quarta chiama. "Riconfermiamo la nostra immediata disponibilità ad un confronto", fanno sapere i giallorossi. Che sarebbero d'accordo sulla possibilità di due votazioni al giorno.

Il vertice "allargato"

Maurizio Lupi, leader di Noi con l'Italia, ha spiegato che l'astensione del centrodestra "è un modo per chiudere oggi questa situazione, infatti abbiamo chiesto doppia votazione". A questo punto le incognite riguardano il famoso conclave che vedrebbe riuniti i partiti attorno a un tavolo per discutere di diverse ipotesi e arrivare a una candidatura condivisa.

Tuttavia, come fa notare Giuseppe Conte, il fatto che già ieri non ci sia stato un confronto "non promette

bene". Il leader del M5S ha ribadito che nessuna coalizione "può pensare di eleggere il presidente della Repubblica suo, di parte e che non rappresenti tutti". Pertanto la via auspicata è quella del dialogo.

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