La frase forse più impressionante è in fondo al verbale. Giovanni Fiorentino, di professione cameriere, vuole essere sicuro che il suo pensiero sia stato recepito fino in fondo. E allora approfondisce quanto ha appena finito di dire: «Vorrei aggiungere che le espressioni da me riferite da parte del dottor Esposito nei confronti del Berlusconi erano ricorrenti, tanto che all'ingresso del ristorante invece di dire buonasera, era solito affermare: Ancora li devono arrestare, riferendosi al dottor Berlusconi e al mio datore di lavoro». Che, per la cronaca, era Domenico De Siano, uno dei più noti parlamentari campani di Forza Italia, la cui famiglia è proprietaria dell'hotel Villa Svizzera di Lacco Ameno, a Ischia, e di altri hotel di lusso nell'isola.
Non ci sono dubbi: il giudice Antonio Esposito non sopportava Berlusconi e i suoi giudizi erano eloquenti. Ripetuti. E affilati come la lama di un coltello. Per questo, almeno tre dipendenti dell'albergo ricordano bene quelle espressioni, quelle frasi, quelle uscite di Esposito, avvenute nel periodo che va dal 2007 al 2010. In quegli anni, il giudice va in vacanza con la moglie a Villa Svizzera e, fra un bagno e l'altro, esplicita senza tanti problemi quel che pensa del Cavaliere. Definito senza tanti complimenti «una chiavica».
Passano gli anni e nel 2013 il collegio della sezione feriale della Cassazione guidato proprio da Esposito condanna in via definitiva Berlusconi per frode fiscale. I tre - Giovanni Fiorentino, Domenico Morgera, Michele D'Ambrosio - restano di sasso. Ma continuano le loro vite. Nel 2014 però vengono contattati dai legali di Berlusconi che stanno preparando il ricorso a Strasburgo contro la sentenza di condanna. E i tre decidono di rispondere alle domande e di mettere a verbale quei ricordi. Quelle deposizioni, raccolte il 3 aprile 2014 a Napoli, vengono poi allegate al fascicolo che giace da almeno sei anni alla Corte dei diritti dell'uomo.
Sono proprio brani filmati di questi faccia a faccia, condotti dall'avvocato Bruno Larosa, quelli che sono stati mostrati in anteprima ieri sera a Quarta Repubblica su rete 4. La settimana scorsa Nicola Porro aveva fatto sentire l'audio con la voce del giudice Amedeo Franco che era entrato in camera di consiglio convinto di non firmare la condanna e ne era uscito dopo aver ceduto a quello che lui stesso aveva ribattezzato «un plotone di esecuzione».
Ora si va oltre, a ritroso nel tempo, scavando in quello che sembra essere un pregiudizio di Esposito contro il Cavaliere.
Il primo a vuotare il sacco è D'Ambrosio, chef, classe 1973: Esposito «un giorno...ritengo nel 2008... mi chiese del mio datore di lavoro, (De Siano, ndr), all'epoca sindaco di Lacco Ameno, e quando gli dissi il nome mi chiese se fosse di Forza Italia e alla mia risposta affermativa il dottor Esposito esclamava Sta con quella chiavica di Berlusconi. Un'altra volta, ritengo nel 2009, mi chiese se il mio capo stesse ancora con Forza Italia... alla mia risposta affermativa lui esclamó Ancora con quella chiavica, aggiungendo A Berlusconi se mi capita l'occasione gli devo fare il mazzo così, non ricordo se accompagnò la detta espressione con gesti significativi, ritengo di poter affermare che non lo fece perché c'erano altri clienti intorno».
Fiorentino è sulla stessa lunghezza d'onda del collega: «Il dottor Esposito spesso chiedeva di chi fosse la struttura alberghiera ed io rispondevo di De Siano...La sua risposta in napoletano era Ah, sta con quella chiavica di Berlusconi. In quelle occasioni... a causa del rapporto di amicizia che si era instaurato, affermava che prima o poi avrebbero arrestato sia il mio datore di lavoro che Berlusconi».
Si passa al 2013 e Fiorentino vede Esposito in tv: è il momento del verdetto contro il Cavaliere. «Dopo la sentenza - spiega lui - ho collegato e no pensato che evidentemente per dire quelle frasi Esposito aveva qualcosa contro Berlusconi già all'epoca in cui le esprimeva». Potrebbe pure bastare, ma Fiorentino si sente in dovere di precisare ancora, con quel saluto speciale del magistrato all'ingresso del ristorante: «Ancora li devono arrestare», rivolto alla coppia Berlusconi-De Siano.
Infine Morgera, bagnino termale: «Nel 2007 o 2008, mentre mi trovavo nel patio, Esposito ha detto che essendo io un operaio mi ero schierato con un partito di padroni, alludendo a Silvio Berlusconi, ed al fatto che era un bluff, così come lo erano le sue parole».
Così, «quando l'ho visto in televisione, dissi a mia moglie che quel giudice lo avevo conosciuto e gli manifestai la sorpresa di come l'avesse potuto giudicare un magistrato che aveva parlato male di Berlusconi nei termini di cui ho parlato e quindi un magistrato di parte».Ora le carte sono a Strasburgo, ma anche la procura di Napoli, secondo il Fatto Quotidiano, starebbe verificando i racconti dei tre testimoni.
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