Raggi e Zingaretti, ecco la "guerra dei gavettoni"

Scaricabarile di responsabilità politiche tra sindaco e governatore. E l'Acea resta a guardare

Raggi e Zingaretti, ecco la "guerra dei gavettoni"

«Bombe d'acqua» tra Regione e Comune. I rubinetti della capitale restano a secco e attorno all'allarme siccità è battaglia tra il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti e il sindaco, Virginia Raggi. Il primo annuncia che l'acqua in città sta finendo e la seconda fa spallucce e rimanda la questione al mittente, invitandolo a trovare una soluzione direttamente con Acea ATO 2 Spa, la società che gestisce il servizio idrico a Roma.

Che fosse un'estate calda tra l'esponente del Pd e il primo cittadino grillino non c'era dubbio. Ma ieri il clima è diventato incandescente dopo l'annuncio del vertice della Pisana, che due giorni fa, con un atto amministrativo, aveva ordinato all'azienda la sospensione del prelievo dal bacino di Bracciano, principale riserva idrica cittadina, a partire dal 28 luglio. «Purtroppo è una tragedia - ha annunciato Zingaretti -. Il livello del lago si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c'è ed è grave. Sta finendo l'acqua a Roma».

L'out-out della Regione non è piaciuto ai vertici Acea Ato2. «Noi riteniamo quest'atto abnorme e illegittimo, ma soprattutto inutile rispetto all'obiettivo di tutela del lago - ha replicato il presidente Paolo Saccani -. Da Bracciano sta derivando 86mila metri cubi al giorno a cui corrisponde un abbassamento per questa derivazione di soli 1,5 millimetri. Da qui a sette giorni non troveremo nessuna soluzione se non quella di razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, a tutte le attività produttive, le attività turistiche, ai palazzi delle istituzioni, allo Stato della Città del Vaticano». E mentre i due fanno a braccio di ferro, il sindaco grillino sul tema siccità annega. «Chiaramente la mia preoccupazione è che sia fatto tutto il possibile per assicurare l'acqua ai cittadini - ha commentato la Raggi - Acea ha ridotto la captazione di acqua dal bacino di Bracciano negli scorsi mesi: credo che in breve tempo sia passata da 1.500 a 900 litri al secondo. Allo stesso tempo l'azienda`sta monitorando e riparando la rete idrica per mettere fine alle dispersioni. Insomma un bel cambiamento rispetto al passato. Spero che soluzioni siano trovate quanto prima da Regione e Acea». Dichiarazioni che non sono piaciute ai pidiessini romani.

«Qualcuno svegli la Raggi che cade dalle nuvole ma in quanto sindaco resta sempre il socio di maggioranza di Acea», hanno commentato i senatori Bruno Astorre, Carlo Lucherini e Annamaria Parente. «Troppo facile fare il sindaco di una città come Roma mettendosi in cattedra e dicendo trovate le soluzioni - ha detto Stefano Pedica -. Non si limiti a chiedere agli altri, si rimbocchi le maniche».

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