Raggi imbarca Flick per rianimare la cultura Atac, fermi 43 bus su 45

Capitale allo sbaraglio

Raggi imbarca Flick per rianimare la cultura Atac, fermi 43 bus su 45

Roma - Il 76enne Giovanni Maria Flick non è uno qualsiasi. Padre tedesco e mamma torinese è stato avvocato, politico, ministro della Giustizia nel Prodi I. E presidente della Corte Costituzionale per quattro mesi. Uno così dovrebbe andare sulla fiducia, in automatico. Buon per la sindaca Raggi che ha deciso di contare sulle prestazioni dell'illustre professore per risollevare la sgangherata agenda culturale romana. La città brucia a oltranza, il lago di Bracciano si svuota e la grillina pensa a un settembre di piogge ed eventi culturali con il professore al timone. L'ennesimo scandalo targato Atac (solo due dei 45 filobus Breda-Menarini sono in funzione, gli altri in deposito a marcire con gli autisti che passano il tempo alle macchinette del caffè) passa in cavalleria come i biglietti mai timbrati dall'anarchica utenza. Perché in Campidoglio il tempo stringe, Ferragosto incalza e questi sono i giorni di Giovanni Maria Flick. E per fare prima la Raggi gli ha pure chiesto il curriculum. Questione di regolamento interno. Dalle stelle di Prodi alle stalle dei Cinque Stelle.

Dopodiché il professore ha deciso di glissare sull'ipotetico incarico da presidente di Zètema. Poco male, perché l'equipe Raggi se n'è inventata un'altra: il Board Cultura! Poi ci spiegheranno. Nel frattempo c'è il comunicato ufficiale di Roma Capitale che recita: «Tenuto conto delle caratteristiche e delle esperienze istituzionali e professionali di Flick, la sindaca Raggi ed il professore hanno convenuto, con reciproca soddisfazione e gratitudine, che il modo più proficuo per sviluppare tale collaborazione si esprima attraverso la partecipazione del professor Flick al costituendo board Cultura che vedrà la luce il prossimo autunno e che, pertanto, sia preferibile non sovrapporre questa collaborazione a una possibile carica all'interno di un organo di gestione della società Zetema».

A proposito di cultura, nel programma culturale presentato a suo tempo dai Cinque Stelle, oltre all'improbabile rivoluzione dell'accesso universale all'arte e alla mappatura dei luoghi abbandonati spicca «la rivalutazione dell'Agro Romano e della sua millenaria vocazione agricola...». Uno dei formidabili compiti per il professore, mica uno qualunque.

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