Raggi non cambia mai: Roma sepolta dai rifiuti e salta il cda dell'Ama

I consiglieri si dimettono in massa: «Nessuna collaborazione dal sindaco». E ora è il caos

Raggi non cambia mai: Roma sepolta dai rifiuti e salta il cda dell'Ama

Roma - affonda (nuovamente) nella crisi rifiuti. E il caso della Capitale si trasforma in una grana politica che imbarazza il governo, rende difficili i rapporti tra il Campidoglio e il ministero dell'Ambiente e fa vacillare i delicati equilibri della nuova maggioranza Pd-Cinquestelle. L'ultima grana per usare un eufemismo sono le dimissioni del cda dell'Ama, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti a Roma. «A spingerci ad adottare la decisione è la assoluta inerzia e la mancanza di una fattiva e concreta collaborazione per superare situazioni di criticità riscontrate su più piani» è l'atto d'accusa del Cda dimissionario in una lettera a Virginia Raggi (che nel frattempo ha nominato amministratore unico Stefano Zaghis).

La situazione della raccolta, nel frattempo, è sempre più complicata. La Capitale si appoggia a un solo impianto sul suo territorio, il tmb di Rocca Cencia che tratta circa 750 tonnellate al giorno di indifferenziato. Le restanti 2.250 finiscono fuori città, in impianti privati oppure fuori regione. Roma, insomma, non è autonoma nella gestione del ciclo rifiuti. E dal 31 dicembre chiuderà la discarica di Colleferro, senza possibilità di proroga. La Capitale è chiamata, secondo quanto indicato dal piano rifiuti regionale, a dotarsi di un sito di stoccaggio temporaneo. Doveva farlo da tempo, ora ha avuto una proroga di 2 settimane ma si naviga a vista. L'assessore ai Rifiuti della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, parlando con il Corriere della Sera ha attaccato il Comune: «Spende ogni anno 200 milioni di euro per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati in tutta Italia. Il servizio è a carico della cittadinanza. La Regione farà relazione alle autorità competenti di controllo». «Il Campidoglio ad agosto aveva chiesto la proroga fino a fine anno? L'emergenza dovrebbe finire il 14 ottobre, quando i Tmb di Malagrotta torneranno a smaltire mille tonnellate al giorno di indifferenziata prosegue Valeriani - L'emergenza deve finire. Raggi ha detto di essere stata lasciata sola sui rifiuti? Direi che non c'è stato amministratore più affiancato e sostenuto, i rifiuti vanno smaltiti dove si producono».

Se sale la pressione politica, il malumore è diffuso anche tra i netturbini che hanno in programma uno sciopero il 15 ottobre per protestare per le condizioni di lavoro e per il fatto di essere additati come responsabili dei rifiuti in strada. Due giorni fa c'è anche stato l'allarme degli amministratori di condominio che hanno fatto sapere che sono triplicate le richieste di derattizzazione. «La sindaca Raggi cerca di trasformare la straordinarietà di una deroga in un regime ordinario, ma questo non è possibile» spiega Matteo Benozzo, professore di Diritto Ambientale all'Università di Macerata.

«Dal 15 ottobre attraverso l'accordo con le Marche e con l'Abruzzo e la riapertura a pieno regime del Tmb di Malagrotta Roma pur in un equilibrio precario tornerà ad avere una capacità sufficiente, il problema è che non si pensa a risolvere strutturalmente la crisi. Il tutto mentre Ernst and Young certifica che la sopravvivenza di Ama è incerta. Il Comune deve dimostrare di saper fare le cose, non pensare che possano sempre essere altri risolvere i problemi».

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