Raisi giura da presidente «Il nucleare? È pacifico»

Raisi giura da presidente «Il nucleare? È pacifico»

Il nuovo presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha prestato giuramento ieri, dopo la vittoria elettorale del 18 giugno. Raisi, religioso intransigente, ex capo della magistratura, succede ad Rohani, considerato un moderato. Il suo insediamento è destinato a consolidare il potere tra i lealisti della linea dura.

Il 60enne è vicino al leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ed è stato ritenuto persino come suo possibile successore anche perché da giovane ha studiato in uno dei suoi seminari islamici a Qom. Alla cerimonia erano presenti i rappresentanti di 73 Paesi stranieri, oltre a inviati di organizzazioni regionali e internazionali. Tra gli ospiti c'erano Enrique Mora, negoziatore sul nucleare per l'Unione Europea, nonostante le critiche di alcuni Paesi membri, e oltre dieci capi di Stato e 20 presidenti di assemblee legislative.

«Le sanzioni degli Stati Uniti dovrebbero essere immediatamente eliminate ed ogni iniziativa diplomatica che aiuti su questa strada sarà sostenuta dall'Iran» ha precisato Raisi nel suo discorso dopo il giuramento. Raisi ha poi sottolineato che «il programma nucleare iraniano è pacifico, basato su una fatwa del leader Ali Khamenei secondo cui le armi nucleari sono proibite e non hanno spazio nella nostra strategia difensiva». Allo stesso tempo, «la politica di pressione Usa non ci impedirà di far valere i nostri diritti» ha infine affermato.

Tra le prime sfide che attendono Raisi, vi sono la grave crisi economica, provocata dalle sanzioni americane e dal malgoverno, la crisi pandemica, la più grave in Medio Oriente, e i negoziati in corso sul programma nucleare per indurre gli Usa a rientrare nell'accordo del 2015, da cui l'allora presidente Donald Trump uscì nel 2018. L'Iran è stato anche scosso da un'ondata di proteste di piazza nel sud-ovest, innescate in parte dalla grave carenza d'acqua.

E ci sono anche crescenti tensioni con le potenze straniere che hanno accusato l'Iran di un attacco con droni su una petroliera vicino alle coste dell'Oman la scorsa settimana, anche se Teheran ha negato ogni responsabilità.

Ma Raisi dovrà anche fare i conti con le accuse di molti dissidenti e organizzazioni per i diritti umani di avere avuto un ruolo nel massacro di migliaia di detenuti politici alla fine degli anni 80.

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