Il re dei topi d'appartamento preso e liberato: "Ha l'epatite"

Il georgiano "specialista" dei furti per la polizia non è contagioso ma il Cie lo rifiuta: "È infettivo". Salta l'espulsione. E il ladro gira tranquillo in mezzo a noi

Il re dei topi d'appartamento preso e liberato: "Ha l'epatite"

Due giorni di appostamenti per arrestarlo, ore di viaggio per scortarlo all'aereo che avrebbe dovuto riportarlo al suo Paese, un minuto per rimetterlo in libertà dopo averlo scarrozzato gratis fino a Roma: non poteva sostare nel Cie perché ammalato.

Che un ladro malato possa infettare gli ospiti d'un centro di identificazione ed espulsione non è ammissibile. Al contrario, che possa essere lasciato libero di girare tra i romani, e magari depredarne le case, invece sì.

Accade in Italia, la patria dell'impunità. Petrus (il nome è di fantasia) lo sapeva bene. Non a caso, coi suoi 30 anni aveva scelto proprio il Belpaese per darsi alla bella vita dopo un'esistenza di stenti nella natia Georgia: lì a rubare una gallina si rischia una fucilata. Valicate le Alpi, a saper forzare porte si diventa ricchi. Senza neppure passare dal carcere.

Lo scriveva già qualche mese fa il gip di Udine Francesco Fiorit, in un'ordinanza cautelare divenuta un monumento all'ignavia dei buonisti all'italiana: «Perché alcuni stranieri si fanno migliaia di chilometri per compiere ruberie e altri reati nel nostro Paese? Sono convinti che qui da noi se mai ti prendono fai un patteggiamento e ti rimettono in libertà e si può ricominciare come prima». E Petrus, con la sua fedina penale lunga quanto un'interruzione sulla Salerno-Reggio, si è subito ambientato. Dalle parti della laguna veneta s'è fatto apprezzare per la sua abilità coi grimaldelli, svaligiando diversi appartamenti. Era diventato un nemico pubblico, tanto che i segugi del commissariato di Mestre a un certo punto iniziano a dargli la caccia come fosse la reincarnazione di Al Capone. Alla fine, dopo giorni di indagini e pedinamenti, lo sorprendono con le mani nel sacco. Giudiziariamente, un caso facile: arresto in flagranza di un pregiudicato socialmente pericoloso e privo di permesso di soggiorno. Così per il trentenne arriva l'ordine d'espulsione. Immediato. I poliziotti si precipitano nella Capitale per imbarcarlo sul volo speciale per la Georgia, col suo carico di espulsi provenienti dalle questure di mezza Italia. La trasferta a Fiumicino ed il biglietto Alitalia costano al contribuente 2.000 euro. La beffa, invece, non ha prezzo: Petrus si porta appresso un'epatite B. Per il medico della Polizia non è a rischio contagio. Può imbarcarsi. Ma per i sanitari del Cie, dove il giovane dovrebbe fermarsi qualche tempo in attesa della partenza, è l'esatto contrario. E poiché gli agenti non possono tenerselo sulla Volante, non hanno altra alternativa che lasciarlo andare. «È l'ennesima dimostrazione che in Italia non vi è certezza su nulla», accusa dall'Ugl Polizia Mauro Armelao: «Le cose non funzionano bene e noi forze dell'ordine ci sentiamo sempre più impotenti e prese in giro. Così non si raggiungono i risultati che si attendono i cittadini che pagano le tasse».

Tocca accontentarsi dei record. Negativi. Secondo il Censis ed il suo recentissimo Rapporto Sicurezza, i furti nelle abitazioni sono 689 al giorno, cioè 29 ogni ora. Uno ogni 2 minuti. Negli ultimi 10 anni le razzie domestiche sono più che raddoppiate, passando dalle 110.887 denunciate nel 2004 alle 251.422 del 2013, con una crescita del 126,7%. Solo nel 2014 l'incremento è stato del 5,9%. Oltre il 20% dei colpi è avvenuto in tre province: Milano (19.214), Torino (16.207) e Roma (15.779). Tra gli autori, guarda caso, a far la parte del leone gli stranieri: il 54,2% (8.

627 persone) tra i denunciati a piede libero, il 62% (4.112: + 31,4% nell'ultimo anno) tra gli arrestati, il 42,3% (1.493) tra i detenuti. E poi c'è uno che, fuor di statistica, ha fatto fessi tutti: Petrus. Fino al 2018, non ditelo al ministro Alfano.

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