Il re di Facebook ha deciso: pronto a entrare in politica

Zuckerberg annuncia (via social) che girerà 30 Stati americani per "conoscere" i suoi futuri elettori

Il re di Facebook ha deciso: pronto a entrare in politica

Dopo aver imparato il cinese, aver costruito un maggiordomo con intelligenza artificiale e fondato un «circolo letterario» online, il fondatore di Facebook vuole girare tutta l'America on the road, conoscere i cittadini dei diversi Stati e parlare direttamente con loro. Come ogni anno, arriva puntuale il buon proposito per il 2017 di Mark Zuckerberg, ma questa volta sembrano entrare in scena le sue ambizioni politiche.

«Ogni anno inizio una sfida personale per imparare cose nuove e crescere al di fuori del mio lavoro. Quella per il 2017 è visitare e incontrare persone in ogni Stato entro la fine dell'anno. Dopo un tumultuoso 2016, spero di parlare con più persone e capire come vivono, lavorano e pensano al futuro», ha scritto Zuckerberg su Facebook.

Certo, non è ancora una vera discesa in campo, ma il post del fondatore del più grande social network, spiega quali siano i suoi interessi futuri.

«Il mio obiettivo personale per il 2017 è di visitare e conoscere persone in tutti i singoli stati degli Usa entro la fine dell'anno» ha raccontato Zuckerberg ricordando le precedenti sfide personali affrontate negli ultimi anni (correre, imparare il mandarino eccetera).

«Ho già trascorso molto tempo in molti stati, quindi ora ho bisogno di viaggiare in altri 30 stati quest'anno per portare a termine la mia sfida. La mia speranza è di uscire e incontrare quante più persone possibili e conoscere come vivono, lavorano e cosa pensano per il futuro» ha detto, spiegando che girerà gli Stati Uniti in auto con «fermate in piccole città, università uffici del paese» e incontrerà «insegnanti e scienziati».

Zuckerberg ha parlato di «punto di svolta nella storia», aggiungendo che «per decenni, la tecnologia e la globalizzazione ci hanno reso più produttivi e connessi. Questo ha creato molti vantaggi, ma per tanta gente ha anche reso la vita più impegnativa. Questo ha contribuito a dare un maggiore senso di divisione, dobbiamo trovare un modo per cambiare il gioco in modo che funzioni bene per tutti».

Non è un manifesto politico, ma manca poco. Infatti, il fondatore di Facebook ha sottolineato che «il mio lavoro è connettere il mondo e dare voce a tutti. Quest'anno voglio ascoltare personalmente queste voci».

Il miliardario 32enne ha affermato che in questo modo potrà calibrare meglio il lavoro in Facebook e alla Chan-Zuckerberg (l'associazione che messo in piedi con la moglie Priscilla) e dare «il maggior impatto positivo, mentre il mondo entra un nuovo importante periodo».

Quello postato su Facebook sembrerebbe uno dei tanti messaggi di sfida personale a cui siamo abituati ogni anno, ma nel 2017 si inserisce in una specie di restyling personale che non può essere fine a se stesso. Come l'annuncio - in occasione della nascita della figlia - di donare in beneficenza il 99% delle proprie azioni della sua società a iniziative di beneficenza «per regalare un mondo migliore a Max» e poi la mossa di una riorganizzazione aziendale e l'operazione pianificata, con l'emissione di nuove azioni, per ridurre il peso degli azionisti, garantendosi però il controllo della società. Dulcis in fundo, il messaggio postato sul suo profilo il 25 dicembre, in cui augurava Buon Natale e Felice Hanukkah a tutti.

«Osservare i momenti di gioia familiare condivisi su Facebook oggi è una delle cose che preferisco della nostra community. Spero che siate tutti circondati da amici e persone care e che abbiate la possibilità di riflettere sulle cose significative della vostra vita». Parole che lasciano intendere che Zuckerberg sia tornato a praticare la religione di famiglia, l'ebraismo. E a chi gli ha domandato «ma non eri ateo?», lui ha risposto: «No. Sono cresciuto ebraico, poi ho avuto un momento in cui ho messo in discussione tutto. Ora credo che la religione sia molto importante».

Insomma, gli indizi parlano chiaro: sembra uno che si appresta a entrare in politica: la famiglia, la religiosità (requisito fondamentale per un candidato presidenziale) e la dismissione di azioni del suo impero.

Nulla di male, non è il primo e non sarà l'ultimo grande imprenditore che sceglie questa strada. Ma fa un po' impressione pensare che, oltre all'immenso patrimonio, grazie a Facebook dispone di una platea di 1,8 miliardi di ascoltatori.

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