Il reddito di cittadinanza è al centro della campagna elettorale. Tutti dichiarano di volerlo riformare, di voler cambiare la misura che si è dimostrata fallimentare dal punto di vista del lavoro, come ha dovuto ammettere la stessa sinistra. Ma se il centrodestra è orientato a rivedere il reddito di cittadinanza in modo tale che diventi una misura a sostegno di chi, davvero, non può lavorare e si trova in condizioni di povertà, da sinistra sono pronti a estendere ulteriormente la misura, facendo rientrare ancora più immigrati tra gli aventi diritto. Un'idea balenata in testa anche a Conte, quella di rafforzare il Rdc.
Il segretario del Partito democratico rassicura che "sul tema del lavoro vanno prese altre iniziative. Serve una misura contro la povertà" ma il suo piano non è orientato agli italiani in difficoltà, come fa notare il Tempo, ma agli stranieri. Non è una supposizione ma un chiaro intento che è stato anche messo in chiaro nel programma elettorale del partito, precisamente a pagina 21, dove si legge: "Proponiamo di ridurre il periodo minimo di residenza in Italia per accedere al reddito di cittadinanza, oggi fissato in dieci anni". Ovviamente, come tutte le proposte fatte dal Partito democratico, è molto vaga, senza una precisa connotazione o indicazione temporale, segno che si tratta solo di uno specchietto per allodole, per il momento. Ma l'intento c'è. Al momento, considerando tutti i percettori del reddito grillino, l'8% è straniero. E considerando che la percentuale di stranieri nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati disponibili, è del 10%, fare le proporzioni è semplice.
In numeri assoluti, al momento gli stranieri percettori di reddito sono 280mila, considerando solo quelli extra-Ue, e 420 mila considerando anche quelli comunitari. Da parte del Pd, com'è scritto nel programma, non si vuole rivedere la misura per renderla maggiormente sostenibile in termini di costi e di coerenza ma la si vuole addirittura rafforzare e anche questo è scritto nel programma, come evidenzi il quotidiano il Tempo: "Il reddito di cittadinanza andrà opportunamente ricalibrato secondo le indicazioni elaborate dalla Commissione Saraceno, a partire dall'ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e/o con minorenni".
Si tratta, pertanto, di una soluzione che continuerà a erogare soldi anche a chi non è inabile al lavoro, considerando che nel
periodo di attività del reddito di cittadinanza, i percettori che, nonostante potessero essere impiegati una qualche occupazione, hanno firmato un contratto di lavoro, sono appena il 30%. Meno della metà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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