Referendum, Gentiloni "copre" Renzi: "Il voto all'estero è a prova di brogli"

Gentiloni assicura: "Gli italiani all'estero non sono imbroglioni". Poi ammette: "Il sistema, però, non è infallibile"

Referendum, Gentiloni "copre" Renzi: "Il voto all'estero è a prova di brogli"

"Gli italiani all'estero non sono di serie B né imbroglioni". Nel question time di oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, prova a parare le accuse che gli piovono addosso nelle interrogazioni delle opposizioni. Assicura che "la rete consolare applica le legge in modo corretto" e nega l'esistenza di qualsiasi "irregolarità nelle procedure elettorali per il voto degli italiani all'estero". In realtà i timori sono tutt'altro che infondati e le prime avvisaglie di brogli e irregolarità sono già arrivate da più Paesi dell'Unione europea.

Il Comitato del No si è già mosso. Ha presentato alla Consulta un ricorso per invalidare il voto nel caso in cui vinca il Sì con i voti degli italiani all'estero. Un pacchetto di voti che, secondo le stime di Repubblica, può muovere circa il 5 per cento delle preferenze e quindi modificare sensibilmente il risultato del referendum sulle riforme costituzionali. Dall'estero qualche avvisaglia di irregolarità è già arrivata all'attenzione del fronte del No. Eppure il capo della Farnesina si fionda a "coprire" tutto attribuendo la duplicazione di documenti elettorali avvenuta a Praga a un "errore materiale della tipografia". In ogni caso, spiega durante il question time di oggi, un tentativo di votare due volte "sarebbe identificabile in via di scrutinio tramite il codice elettore; inoltre gli elettori sono stati informati della esistenza di una legge, che punisce chi tenta di votare due volte".

A preoccupare le opposizioni non è soltanto il rischio di brogli nelle urne, ma la campagna elettorale che Matteo Renzi sta facendo all'estero usando ogni mezzo a disposizione. Alcuni di questi, però, non sono troppo leciti. Come quello di avvalersi degli indirizzi degli italiani residenti all'estero in possesso dei consolati per invare le ragioni del fronte del Sì. Ma, anche in questo caso, Gentiloni esclude che "il materiale elettorale possa contenere propaganda referendaria" e assicura che, quanto a tentativi di compravendita del voto, "se se ne avrà conoscenza, le sedi diplomatiche hanno il dovere di sporgere immediatamente denuncia, come si fa anche in Italia".

Alle opposizioni, che si sono dette insoddisfatte delle risposte di Gentiloni, il capo della diplomazia italiana ribadisce che le 196 sedi diplomatiche sono impegnate nella gestione di 4 milioni di plichi.

"Parlare di brogli sembra un voler mettere le mani avanti - mette le mani avanti - anche se non possiamo garantire l'infallibilità del sistema". Un sistema che, pur avendo gli "anticorpi" per rispondere a eventuali disfunzioni, ha già dimostrato di non essere a prova di brogli.

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