La rivolta nel M5S: "È stata una carneficina"

Dopo il flop alle Regionali, dentro il M5S inizia la resa dei conti. Da Max Bugani a Barbara Lezzi non mancano le critiche verso i vertici del Movimento

La rivolta nel M5S: "È stata una carneficina"

Dopo il flop alle Regionali, dentro il M5S inizia la resa dei conti. Massimo Bugani, ex socio di Rousseau e attuale capo staff del sindaco di Roma Virginia Raggi, in un post su Facebook, dopo aver espresso la sua soddisfazione per il risultato del referendum, fa un'impietosa analisi dei risultati.

Max Bugani attacca l'ex capo politico Luigi Di Maio che, a suo dire, avrebbe "gravi responsabilità" e che dopo le Europee "non ha avuto il coraggio di convocare stati generali, non ha minimamente gestito le precedenti regionali in Calabria e in Emilia lasciando i gruppi allo sbando". L'esponente del M5S, poi, aggiunge: "Non ha mai preso alcuna posizione per costruire progetti seri nei territori, ed ha poi deciso di dimettersi non certo dopo aver preso atto del fallimento, ma solo per lasciare una palla avvelenata in mano al suo successore, il quale per forza di cose era un traghettatore ma non aveva la legittimazione per prendere decisioni importanti". Bugani evidenzia come il Movimento abbia perso 8 milioni di voti in due anni e, pertanto, non ci sarebbe nulla da esultare. "Vedere i selfini gaudenti mentre i nostri candidati di queste regionali sono stati mandati alla carneficina mi dispiace e mi addolora. In regioni dove avevamo il 45% abbiamo il 10%, in regioni dove avevamo il 15 abbiamo il 3%", rimarca ancora l'ex membro dell'Associazione Rousseau."Non può essere la paura che vinca questa destra imbarazzante l'unico appiglio elettorale. Può funzionare una o due volte, come ieri, ma poi - insiste Bugani - i cittadini hanno bisogno di credere in un progetto, di emozionarsi, di vedere che qualcosa si muove per un fine diverso e più alto dalla semplice salvaguardia della propria poltrona. Altrimenti, se si continua così, si fa la fine di Narciso".

Molto duro anche il commento dell'eurodeputato Ignazio Corrao che, intervistato dal Fatto Quotidiano, dice: "È inutile girarci attorno, è una disfatta per il M5s. Ha sicuramente retto la coalizione di governo, ma non può essere considerato un esito positivo per il Movimento. Sia in coalizione, sia da soli, i risultati del M5s sono stati tutti peggiori rispetto a quelli di 5 anni fa. Questo apre al nostro interno la necessità di un Congresso immediato e partecipato”. E conclude: "Abbiamo un problema di forza e di identità del M5s, perché all’interno della coalizione di governo chi ne esce massacrato è il Movimento. Qualcuno ha gestito male questa cosa e io non mi sento di dire che la responsabilità sia di Crimi. È troppo semplicistico”.

La senatrice Barbara Lezzi, in un post su Facebook, parla della sua Puglia: "Si possono attribuire le colpe a tanti di noi. A partire da me, Antonella e il M5S Pugliese che abbiamo testardamente compiuto delle scelte passando da coloro che, da componenti del governo in quota 5 Stelle, hanno rilasciato interviste ambigue sino all'ultimo giorno di campagna elettorale dicendo che erano scelte sbagliate quelle nostre e che l'alleanza con il PD dovrebbe diventare strutturale". Un'alleanza che, evidenzia la Lezzi "non ci ha fatto vincere in Liguria e neanche in Sardegna dove ci sono state le suppletive per un seggio in Senato che prima era nostro. Non si sono risparmiati in questi attacchi interni neanche alte cariche istituzionali del M5S". La senatrice grillina chiede con urgenza la convocazione degli Stati Generali, poi sottolinea: "Nessuno di noi può, dati questi risultati, imporsi o nominarsi per poi farsi ratificare" e, infine, conclude:"Non cerchiamo un capro espiatorio in chi ha sostenuto per un solo giorno una scelta, piuttosto muoviamoci per questi Stati Generali ben fatti prima di arrivare al 5% o addirittura all'estinzione".

Molto critici anche i deputati Andrea Colletti e Rina Valeria De Lorenzo che hanno fatto campagna elettorale per il no al taglio dei parlamentari. Il primo, su Facebook, scrive: "Ciò che sembra è che il Movimento 5 Stelle sia sempre più marginalizzato, incapace di dare, nei territori come a livello nazionale, una prospettiva compiuta di ciò che è e degli ideali che porta. In Veneto non esistiamo nemmeno ed in molte regioni sembriamo non riuscire a sfondare nemmeno il 10%". La De Lorenzo, invece, sentenzia: "Ha vinto il sì e io, a differenza di altri, ho grande rispetto del popolo sovrano anche quando la pensa diversamente da me. Peccato solo che chi ha votato per il sì abbia dimenticato di votare il M5s in Campania e nelle altre regioni. Inutile e dannoso nascondere la debacle regionale con la vittoria del sì".

Il deputato Luigi Gallo, tra i principali sostenitori del governo giallorosso, nel suo blog sul Fatto Quotidiano, scrive: "Nei prossimi 3 anni il M5S deve governare almeno 100 nuovi comuni.

Il M5S da 2 anni è al governo del Paese con il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 25 anni, ora deve moltiplicare la presenza negli enti locali perchè i sindaci del M5S aumentano il numero di autobus nelle città, aumentano le piste ciclabili, aumentano la raccolta differenziata, aumentano l'economia locale green, riducono la povertà dei bambini ma tutto questo sta accadendo solo nello 0,58% degli enti locali dove c'è un sindaco 5 stelle e non possiamo rassegnarci che tutto il resto del Paese sia in mano a caste e dinosauri politici locali".

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