Renzi: "Salvini voleva pieni poteri: ho dovuto fermarlo"

Ospite di Massimo Giletti a "Non è l'arena", il leader di Italia Viva ha spiegato così il suo addio al Pd: "Non ne potevo più delle correnti". Poi il doppio attacco a Salvini: "Ha fatto harakiri. Chiedeva pieni poteri, l'ho fermato"

Renzi: "Salvini voleva pieni poteri: ho dovuto fermarlo"

Non saranno nemici per la pelle, come ha appena raccontato Bruno Vespa. Eppure, Matteo Renzi e Matteo Salvini non si risparmiano insulti e accuse reciproche. Questa volta è toccato all'ex premier impugnare la spada.

Ospite "a distanza" di Massimo Giletti a "Non è l'arena", il leader di Italia Viva ha risposto alle domande del conduttore che hanno toccato i principali temi dell'attualità politica. Ma le cose più interessanti, l'ex segretario del Pd le ha dette a proposito del suo addio alla "ditta" e del suo rapporto con il leader del Carroccio. A cui ha riservato un ingente carico di frecciate e prese in giro. Ma andiamo con ordine.

Renzi, commentando la scissione dai dem, ha detto che "Italia Viva non è un partito, ma una casa per abolire le correnti. Quando ero nel Pd dovevo stare mezz'ora con lei a spiegare perché dovevo replicare a Bersani, Zingaretti, D'Alema, Speranza... A un certo punto ho detto basta", ha sbottato il senatore di Firenze. Che, poco dopo, ha smentito la ricostruzione dell'attuale segretario del Pd di come Renzi gli avrebbe comunicato l'addio al partito: "Non è vero che ho comunicato l’uscita a Zingaretti su WhatsApp. E comunque ho fatto di tutto per tenere insieme il Pd. Ho lottato come un leone, ma non c’è stato modo di arginare le correnti interne". Ora che se n'è andato "sono più sollevato, sono più libero e sereno, peso tre chili in meno". Anche se, precisa, "Non ho più il ruolo di prima. Non sono più premier, non sono quello che decide in Italia, cerco solo di dare una mano". Poi la metafora calcistica: "Sono uno che gioca a metacampo, da mediano, e qualche volta cerca di dare qualche assist come successo ad agosto".

Ovvero il ribaltone in Parlamento e l'intesa Pd-5 Stelle, con la Lega esclusa da Palazzo Chigi. Renzi spiega così l'abbandono della strategia del #senzadime (in riferimento all'alleanza con Di Maio): "Se noi fossimo andati a votare con un anticipo di tre anni e mezzo sulla scadenza naturale della legislatura, avremmo avuto l'aumento dell'Iva dal 22 al 25%, l'Italia fuori dai giochi che contano in Europa e soprattutto - attacca l'ex premier - una crisi geopolitica". C'entra Salvini, che per Renzi "non spiegava la storia dei suoi rapporti coi russi. Politicamente, sposta l'Italia nell'orbita della Russia. Di fronte a questo fatto gravissimo - continua Renzi - restare fermo e andare a elezioni sarebbe stato un tragico errore non per il Pd, i 5 Stelle o la Lega, ma per l'Italia".

Infine un commento sulla decisione di Salvini di staccare la spina al Conte I: "Siamo in presenza di un harakiri, un autogol di un signore che di nome si chiama Matteo e di cognome

Salvini. Ha fatto una cosa impensabile, ha chiesto pieni poteri per fare che, uscire dall'Euro? A quel punto abbiamo dovuto fermarlo per il bene del Paese", ha concluso il segretario di Italia Viva.

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