Le utopie di costruire il campo largo avevano per un attimo messo da parte le turbolenze personali, ma alla fine il nuovo Ulivo 2.0 è saltato per aria e di conseguenza nel corso di questa campagna elettorale stanno tornando a galla i personalismi tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Da quel famoso "stai sereno" ne è passato di tempo, però l'avvicinarsi delle elezioni politiche sta facendo riemergere quei rapporti travagliati tra i due personaggi politici che ormai quotidianamente si punzecchiano a distanza.
Renzi all'attacco
Il leader di Italia Viva, intervenuto ai microfoni di Radio Leopolda, ha sferrato un attacco al suo avversario politico. Una sferzata dai toni sarcastici, per sfottere il segretario del Pd e sbeffeggiare il suo operato in questi mesi: "Letta non va attaccato ma va tutti i giorni ringraziato perché ci sta facendo una campagna elettorale che nessun comunicatore avrebbe immaginato. Ogni giorno ci fa un nuovo assist".
Renzi ha messo in evidenza tutte le contraddizioni che il Partito democratico ha palesato di recente: prima aveva spinto per l'agenda Draghi per poi siglare un'intesa con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni; senza dimenticare che è passato dal Jobs Act al reddito di cittadinanza strizzando l'occhio al Movimento 5 Stelle per inseguire Giuseppe Conte.
Renzi ha comunque colto la palla al balzo per pungolare frontalmente il Pd, prendendosela con i riformisti che hanno preferito rimanere nella galassia dem e rinfacciando ai vertici del Nazareno lo snaturamento su tematiche cruciali: "Quelli del Pd che hanno votato il Jobs Act ma non l'hanno capito sono dominati dal rancore personale per una stagione in cui il Pd vinceva, non sanno di cosa parlano. Tempo 20 giorni e il Pd inizierà l'ennesima analisi della sconfitta. Potevano perdere le elezioni e stanno perdendo la loro storia".
Il nervosismo di Letta
In tutto ciò Letta teme una crescita del Terzo Polo, che potrebbe rosicchiare diversi voti proprio al Partito democratico. Il segretario dem è inoltre preoccupato dalla crescita del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che va a pescare nell'elettorato di sinistra deluso dall'ammucchiata rossa. E il centrodestra ha le carte in regola per imporsi con numeri larghissimi, spingendo così il fronte rosso a una disfatta elettorale.
Il numero uno del Pd cerca di limitare i danni e dunque prosegue nell'opera di screditare l'asse tra Italia Viva e Azione: "Qualcuno dice che vota per Renzi perché è simpatico. Certo, è simpatico. Ma deve sapere che se vota per loro sta aiutando la destra a vincere e la destra può avere la maggioranza assoluta che le permetterà di cambiare la Costituzione".
La strategia di Letta è chiara: evocare il voto utile per arginare una deriva pericolosa per il Paese. Un appello agli elettori a sostenere il Partito democratico perché, a suo giudizio, i voti non dati al Pd sono preferenze destinate a rafforzare il centrodestra.
Il che dimostra la disperazione che regna nella sinistra, alla presa con sondaggi che lasciano prefigurare una sconfitta assai dolorosa. E Letta teme che subito dopo il voto, in caso di debacle, possa partire la resa dei conti interna per cacciarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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