Il retroscena di Crosetto: "Così Meloni mi ha convinto a fare il ministro"

Il ministro della Difesa svela il colloquio cruciale con Giorgia Meloni: "Di fronte alla chiamata del presidente ha prevalso l'onore enorme di servire il nostro Paese"

Il retroscena di Crosetto: "Così Meloni mi ha convinto a fare il ministro"

Le titubanze di Guido Crosetto per un ritorno in politica erano note, visto che si era mostrato distante da un nuovo coinvolgimento in prima persona nello scenario politico. Eppure alla fine ha accettato l'incarico di ministro della Difesa, un ruolo molto importante che ha deciso di accogliere in seguito alla chiamata cruciale di Giorgia Meloni. A raccontare questo retroscena sulla formazione del nuovo governo è stato proprio il co-fondatore di Fratelli d'Italia nell'intervista a Non è l'arena, programma in onda la domenica sera su La7.

La chiamata di Meloni a Crosetto

Lo stesso Crosetto non ha fatto mistero che ormai aveva sposato l'idea di non tornare nella vita politica. Motivo per cui aveva deciso di non candidarsi né alla Camera né al Senato in occasione delle ultime elezioni. E fino a pochi giorni prima della nascita del nuovo governo era convinto che la scelta fatta anni fa, ovvero di lasciare la politica, potesse rimanere in atto anche nel corso dei prossimi anni.

C'è stato però un evento ben preciso che ha cambiato il contesto e che ha portato Crosetto ad abbracciare la proposta di diventare ministro. "Di fronte alla chiamata del presidente del Consiglio ha prevalso l'onore enorme che è servire il proprio Paese", ha spiegato il titolare della Difesa. Poi nel dettaglio ha svelato le parole pronunciate da Giorgia Meloni nel colloquio: "Mi ha detto: 'Ho bisogno di te, non solo io ma anche il Paese. Quindi fai la tua scelta'. E io sono qui, ho fatto la mia scelta".

Le sfide del governo

Le sfide che il nuovo governo dovrà affrontare sono molteplici. Crosetto sostiene che la scommessa nei prossimi anni sarà quella di spiegare al Paese l'importanza di essere comunità: "Le sfide difficili si vincono essendo comunità". Dunque a suo giudizio nei vari fronti caldi (dall'economia alla guerra, passando per la concorrenza) bisognerebbe adottare un atteggiamento differente rispetto a quello a cui siamo stati ormai abituati.

Una sorta di percorso culturale, di maturazione collettiva di uno Stato.

A tal proposito ha fatto un esempio che coglie bene il senso del suo ragionamento: "Significa che se fa il suo dovere tutte le mattine l'artigiano che si alza e tira su la serranda, magari lavori difficili che non tutti i mesi rendono, allora deve fare il suo dovere anche la persona che lo controlla. Se va a visitarlo e vede che il bagno poteva essere più pulito, glielo dice piuttosto che fargli una multa".

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