Una rianimazione chiude e i medici fanno festa. "La nostra prima vittoria"

Meno casi, al Niguarda di Milano una terapia intensiva non serve più. "Ma non molliamo"

Una rianimazione chiude e i medici fanno festa. "La nostra prima vittoria"

Dopo tanto dolore, fatica e sacrifici finalmente una buona notizia da Milano, dove ancora si sta lottando per contenere il virus. Questa volta non si tratta solamente del segno meno davanti ai numeri dei ricoverati più gravi, che è pure una notizia che scalda il cuore, ma della chiusura di una delle terapie intensive Covid dell'ospedale Niguarda per mancanza di pazienti.

Lì dove fino a pochi giorni fa giacevano inermi decine di malati, attaccati a respiratori e flebo per combattere un nemico invisibile e insidioso, intorno ai quali si aggiravano medici e infermieri vestiti come astronauti, adesso ci sono solo letti vuoti e un silenzio irreale. Neppure il gelido bip dei macchinari salvavita si sente più. Una goccia nel mare, certo, ma un traguardo importante per gli operatori sanitari che continuano a lottare in prima linea. Ieri il loro sorriso, nascosto dalle mascherine, immortalato in un video pubblicato su Facebook con cui l'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda ha comunicato la chiusura del reparto, ha confermato che anche la Lombardia si sta avvicinando ad un punto di svolta, anche se i numeri non scendono come si vorrebbe. Qui non si sta parlando di fase due, di quando riprenderanno le attività, ma del sistema sanitario che comincia piano piano a risollevarsi dopo essere rimasto schiacciato per quasi due mesi da un peso insostenibile. «Un piccolo passo, ma importantissimo», si legge nel post del Niguarda, accanto alle immagini dei festeggiamenti di medici e infermieri. Personale che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi a lavorare in un campo di battaglia - con pazienti in bilico tra la vita e la morte, isolati dagli affetti più cari anche nei momenti più critici - spesso catapultato da altre discipline mediche in una terapia intensiva allestita in tempi record. Quella chiusa ieri era proprio una delle cinque aperte al Niguarda, trasformato in un ospedale Covid per assistere i pazienti infetti, 27 posti letto che fino a pochi giorni fa erano occupati da malati aggrediti in maniera più violenta dal virus. Ma negli ultimi giorni il calo dei positivi l'ha progressivamente svuotata. Adesso il reparto verrà riorganizzato e sanificato per poter ospitare anche malati non Covid.

«L'emergenza non è terminata e non possiamo assolutamente abbassare la guardia», scrive l'ospedale nel post. Ma intanto si fa festa. «La gioia di chi, negli ultimi 50 giorni, ha lavorato in questo reparto con tantissima dedizione, professionalità, responsabilità e sensibilità.. grazie!».

È il momento di sciogliere la tensione in un abbraccio collettivo, con la speranza di chiudere presto un altro reparto, prima di tornare al lavoro nelle altre terapie intensive, perché i malati sono diminuiti, sì, ma sono sempre tanti. La battaglia non è vinta.

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