Riforma Csm, scontro Lega-Anm: "Casta di sinistra..."

Botta e risposta fra Anm e Lega. L'Associazione nazionale magistrati molto critica sull'accordo raggiunto dalla maggioranza, ma il Carroccio risponde: "Questa casta di magistrati di sinistra non può condizionare il Paese..."

Riforma Csm, scontro Lega-Anm: "Casta di sinistra..."

Proprio nel giorno in cui viene annunciato il raggiungimento di un'intesa, pur se traballante, fra i partiti di maggioranza sulla riforma del Csm, si consuma un acceso scontro a distanza fra l'Associazione nazionale magistrati e la Lega.

Quest'oggi il ministro della giustizia Marta Cartabia è riuscita ad ottenere un accordo fra le varie forze che compongono il governo Draghi per quanto concerne quei punti che possono essere riassunti come sistema elettorale, porte girevoli e passaggi di funzione. Il Carroccio ha però subito preso le distanze, come Italia Viva, annunciando la propria intenzione di non ritirare gli emendamenti in sede di voto. Una decisione che ha non poco irritato gli altri partiti che compongono la maggioranza.

Le critiche di Anm

Commentando l'intesa raggiunta sulla riforma del Csm, Salvatore Casciaro, segretario dell'Associazione nazionale magistrati, ha espresso forti critiche a riguardo. "Un accordo che peggiora sensibilmente un impianto già denso di criticità", ha infatti dichiarato, come riportato da AndKronos. "Il disegno complessivo mi pare sia quello di trasformare i magistrati in burocrati: un'impostazione figlia di un grave errore di prospettiva. Più che una riforma mi sembra una regressione culturale", ha aggiunto.

Una bocciatura in piena regola, dunque. Per quanto concerne la cosiddetta separazione delle funzioni, Casciaro ha affermato che a suo parere si sta piuttosto mirando a separare le carriere, anche se la politica non lo dice chiaramente. "Si addiviene a una sostanziale incomunicabilità delle funzioni che è solo una separazione delle carriere camuffata", ha attaccato il segretario di Anm. Duro il giudizio anche sul sistema elettorale: se prima questo aveva, grazie ai macro-collegi di merito, lo scopo di avvicinare elettore ed eletto, adesso, con il sorteggio dei distretti, si va a perdere anche questo iniziale obiettivo. "I magistrati saranno chiamati a votare per colleghi che prestano servizio alle più diverse latitudini geografiche. Tanto valeva lasciare allora il collegio unico nazionale", ha commentato Casciaro.

"Il fascicolo di performance", ha proseguito il segretario Anm, "travasa impropriamente logiche aziendalistiche all'interno dei palazzi di giustizia: d'ora in poi attenzione alle statistiche, scrupoloso ossequio alle direttive dei dirigenti e ai precedenti giurisprudenziali guideranno l'attività dei magistrati". In questo modo, dunque, verrà meno il senso della funzione e si sfocerà prevedibilmente in atteggiamenti di conformismo giudiziario.

La replica della Lega

Non si è fatta attendere la risposta della Lega, che tanto si è battuta negli scorsi mesi con i suoi refendum sulla Giustizia.

"La casta minoritaria dei magistrati di sinistra non può continuare a condizionare la vita, la politica, l'economia di un intero Paese", ha replicato il Carroccio, come riportato da alcune fonti ufficiali. E ancora: "L'occasione storica di cambiare, gli italiani ce l'avranno domenica 12 giugno".

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