Riscatto o nuovo incubo? Banche, dopo gli stress test c'è l'esame della Borsa

I risultati lasciano ben sperare anche grazie all'ok al piano Mps. Patuelli: "Rafforzata la credibilità italiana"

Riscatto o nuovo incubo? Banche, dopo gli stress test c'è l'esame della Borsa

Certificata venerdì la solidità patrimoniale tramite gli stress test, domattina le banche italiane tornano al giudizio di Piazza Affari. La fragilità della ripresa economica resta una grande incognita in tutta Europa, ma la sensazione nelle sale operative è che il clima sul listino milanese, pur nell'ambito di una forte volatilità, tenderà a rasserenarsi. Se non altro perché è stato affrontato il problema maggiore: il Monte Paschi, risultata la peggiore banca d'Europa (-2,44% l'indice Cet 1 in caso di scenario avverso, cioè ipotizzando una forte recessione) e quindi respinta agli stress test, ma pronta a riscattarsi con una ricapitalizzazione fino 5 miliardi. A sua volta resa necessaria da una maxi-pulizia di bilancio per liberarlo da 27 miliardi di sofferenze lorde. Il prezzo di cessione, pari a 9,2 miliardi, fa ben sperare gli esperti, perché è pari al 33% del nominale. Valore molto più vicino al prezzo di carico medio dei crediti deteriorati nell'intero sistema (40% circa) e di un terzo più alto rispetto a quanto corrisposto a novembre per gli npl di Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. Quando c'erano report che ipotizzavano per l'intero settore bancario nazionale una fame di capitale fino a 40 miliardi. Gli stress test, che, giova ricordarlo, sono un esercizio statistico che ha analizzato la tenuta degli istituti di credito sulla base di variabili di scuola, hanno dimostrato un'altra cosa. Questo non significa che i guai siano finiti, perché resta la priorità di risollevare una redditività senza dubbio scarsa, ma - come ha sottolineato Bankitalia - quattro delle cinque big passate al setaccio dall'Eba «mostrano una buona tenuta». A partire da Intesa Sanpaolo (10,21% il Cet 1 fully loaded in caso di scenario avverso), quindi Unicredit (7,10%), Ubi (8,85%) e Banco Popolare (9%). La media italiana si attesta al 7,7% in caso di scenario avverso, 170 punti base sotto quella europea pari al 9,4%; la Germania è al 9,5%, il Regno Unito all'8,7%. Insomma, la cura da cavallo impostata per Mps dovrebbe eliminare ogni rischio sistemico per le banche italiane, anche se i conti definitivi li farà in autunno la Bce con gli esami «Srep».

«Ora la credibilità delle banche italiane è rafforzata, ma occorre che le istituzioni europee e italiane lavorino ancora per realizzare più regole comuni per la corretta concorrenza per il mercato bancario», sottolinea il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli. «Per l'Italia - prosegue il numero uno dell'associazione di Palazzo Altieri, la lobby del settore - occorre continuare nelle riforme, cogliere i frutti di quelle già effettuate e realizzare innanzitutto altre misure per rendere ancora più efficiente la giustizia civile e più uniforme il fisco in Europa». Le banche Popolari «hanno un coefficiente patrimoniale medio ben più alto di quello richiesto dalla legge», nota da parte sua il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani.

Palpabile la soddisfazione del capo azienda di Intesa Sanpaolo: «Siamo i più forti in Europa tra le grandi banche in termini di solidità patrimoniale e i nostri coefficienti superano ampiamente le richieste dei regolatori, anche nello scenario più avverso», rimarca Carlo Messina aggiungendo come Ca de' Sass sia la «miglior banca europea in termini di bassa leva finanziaria».

Resta però un dubbio: non sarebbe stato più accorto, da parte dell'intero sistema, salvare Etruria & C.

riconoscendo un prezzo meno severo alle sofferenze? E soprattutto il governo Renzi non avrebbe dovuto fare di più per evitare che tra i piccoli risparmiatori si diffondesse il timore di vedere i propri risparmi divorati dalle fauci di un eventuale bail-in? È vero che i prestiti difficili non sono tutti uguali ma il contraccolpo in questi mesi in Borsa è stato dirompente: a parte il -75% inanellato da gennaio da Mps, l'indice Ftse bancario negli ultimi sei mesi ha perso il 29,69%. Questo gli operatori l'hanno già calcolato, tornando venerdì scorso a scommettere sulle banche e anticipando i risultati degli stress test. Domani è un'altra storia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica