Robinho ancora nei guai. Indagato a Milano per stupro

La violenza si sarebbe consumata nel retro di un ristorante a Milano. Già nel 2009, quando giocava in Inghilterra, fu arrestato per violenza sessuale

Per Robinho ritorno in Patria, si sblocca il mercato rossonero?
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Un nuovo scandalo nel mondo del calcio. L'ex calciatore del Milan Robson de Souza, meglio noto come Robinho, è sotto inchiesta della Procura di Milano assieme ad altre due persone con l'accusa di violenza sessuale. Un'indagine affidata alla Squadra mobile della questura, che procede tra grande riserbo e mille cautele, nata dalla denuncia di una ragazza che ha raccontato di essere stata stuprata all'inizio dell'estate dell'anno scorso dal giocatore ora in forza alla squadra brasiliana del Santos e da due amici del calciatore, al termine di una serata in un ristorante del capoluogo lombardo.

La denuncia, inizialmente in mano al pubblico ministero Stefano Ammendola (che da qualche tempo ha lasciato l'ufficio giudiziario milanese) ora è sul tavolo del pm Alessia Miele, magistrato del dipartimento che si occupa di reati sessuali guidato dal procuratore aggiunto Pietro Forno. Secondo quanto risulta al Giornale , a giugno scorso la Procura avrebbe anche chiesto l'arresto del giocatore, rigettato però dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Simion per mancanza di esigenze cautelari. Robinho, non convocato per il mondiale brasiliano di calcio dal ct verderoro Felipe Scolari, di lì a poco sarebbe stato ceduto dal Milan al Santos, lasciando così definitivamente l'Italia.

Stando al racconto della ragazza, l'incontro con il calciatore sarebbe avvenuto per caso in un ristorante milanese. Il giocatore - è la ricostruzione della presunta vittima - era al tavolo con altre persone, tra cui la moglie. Seduta a un altro tavolo, la giovane con delle amiche. L'atmosfera - complice un bel po' di alcol - si sarebbe surriscaldata, e dal tavolo delle ragazze sarebbero partiti segnali di «interesse» verso Robinho e i suoi amici. Uno di questi si sarebbe messo d'accordo con loro di aspettare che la moglie del calciatore lasciasse il locale per poi unire le due compagnie e trascorrere assieme il resto della serata. E così sarebbe accaduto. Solo che, a un certo punto, una ad una le amiche se ne sarebbero andate, lasciando la donna da sola con il calciatore e i suoi due amici. Trascorso altro tempo (e altro alcol) i quattro si sarebbero appartati nel retro del locale, dove l'ex milanista e gli altri due uomini avrebbero abusato della ragazza.

I tempi dell'intera vicenda, però, sollevano qualche interrogativo. Tra il presunto stupro e la denuncia, infatti, sarebbero passati circa sei mesi. Perché lasciar trascorrere tanto tempo per un fatto così grave? È possibile - si domandano gli stessi inquirenti - che qualcuno abbia intravisto la possibilità di «monetizzare» una notte a base di alcol e sesso con un personaggio ricco e famoso? Di certo, però, non è la prima volta che Robinho deve vedersela con la giustizia. Nel 2009, quand'era in forza al Manchester City, venne infatti arrestato per una violenza sessuale che avrebbe commesso in un night club di Leeds. Tra precedenti e dubbi, la nuova inchiesta procede su un crinale sottile. Né Robinho è il primo calciatore che a Milano finisce nei guai per una donna. È capitato a Sanuel Eto'o, campione dell'Inter, denunciato da una modella che lo ha accusato di averla messa incinta con un rapporto sessuale non protetto e di averla minacciata cercando in ogni modo di convincerla ad abortire.

Peggio è andata ad Amantino Mancini, ex attaccante della Roma con passaggi tutt'altro che indimenticabili con i colori nerazzurri e quelli rossoneri, condannato nel 2011 con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione proprio per l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una giovane brasiliana conosciuta a una festa di Ronaldhinho. Mancini, però, in carcere non ci andò mai. Anche lui, quando arrivò la sentenza, era già dall'altra parte dell'oceano, a giocare in Brasile per l'Altetico Mineiro.

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