Mentre il dolore per le sei anziane uccise dal rogo è ancora vico, c'è una prima indagata nell'inchiesta dell'incendio della Rsa «Casa per coniugi» di Milano. Si tratta della direttrice della struttura, Claudia Zerletti, a cui è stato notificato un verbale di identificazione. La responsabile della struttura viene invitata a nominare un avvocato di fiducia ed eleggere un domicilio. È possibile che nelle prossime ore il numero delle persone che verranno iscritte nel registro delle notizie di reato aumenti a cinque indagati, tra cui potrebbe anche esserci figure dell'amministrazione comunale. Tra le ipotesi di reato: incendio, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Sono in corso valutazioni da parte dei pm del pool «Tutela della salute, dell'ambiente e del lavoro», coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, che hanno già ricevuto le prime annotazioni di polizia giudiziaria. L'iscrizione degli indagati è propedeutica a svolgere, anche con la presenza dei consulenti di parte, le autopsie sui corpi delle sei vittime del rogo divampato nella notte tra giovedì e venerdì 7 luglio. Due di queste sono morte carbonizzate nel loro letto, nella stanza da cui sono partite le fiamme, probabilmente per un corto circuito.
Oggi, di fronte alla struttura di via dei Cinquecento a Milano, i rappresentanti Cub e i parenti delle vittime si riuniranno per un presidio. «C'è un allarme lanciato da mesi ma inascoltato dietro la tragedia della Rsa» dichiara Marco Caldiroli, presidente nazionale del movimento «Medicina Democratica». «Una tragedia che potrebbe replicarsi in questa o altre modalità, se non si affrontano con misure immediate e concrete le pesanti criticità presenti in questa come in altre strutture nel territorio della ATS della Città Metropolitana di Milano gestite da privati» sostiene.
La relazione redatta dal sindacato Cub Sanità dal titolo «Carenza di personale e disservizio, turni da 10-16 ore della Rsa Virgilio Ferrari e Casa per Coniugi» era arrivata anche sulla scrivania del prefetto che aveva sollecitato (per ben due volte) Ats ad effettuare le verifiche del caso. Nel testo del Cub veniva richiesta «un'attenta valutazione dei rischi», sia per le categorie di «lavoratori impiegati nelle Rsa» sia «per la sicurezza e il rispetto della dignità dei ricoverati». L'Ats, specificando che le richieste del prefetto erano estese a tutte le Rsa e non a un istituto specifico, rispose «di aver fatto le verifiche, confermando che vi erano criticità rispetto alla questione personale, ma che non ve ne erano rispetto ai cosiddetti standard accreditanti».
Ats, si legge nel testo, «ha fornito rassicurazione in ordine al proprio impegno, anche in relazione alle comprensibili preoccupazioni». Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha chiarito che sulla vicenda riferirà in Consiglio comunale solo dopo i funerali delle vittime.
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