Roma. Fiori neri e tricolore sulla bara. Funerali blindati per Pierluigi Concutelli. Nonostante il cambio di programma per ragioni di sicurezza, saluti romani e striscioni dedicati al «Comandante», ieri mattina, nel quartiere romano di Talenti.
«A te che non hai mai tradito, a te che non hai mai rinnegato». «Onore Comandante», si legge sulle «pezze» affisse accanto la chiesa dove sono state celebrate le esequie. Presente nella parrocchia di San Ponziano, tra gli altri, Roberto Fiore, condannato per banda armata, latitante e infine imprenditore ma, soprattutto, fondatore di Forza Nuova assieme al «camerata cantautore» Massimo Morsello, sotto processo per l'assalto alla sede della Cigl durante una manifestazione No Vax.
Una figura carismatica, quella di Concutelli, che alla fine degli anni '70 ispira una generazione intera di neofascisti confluiti nei Nar, i Nuclei Armati Rivoluzionari, responsabili, oltre a una decina di omicidi, della strage di Bologna. Concutelli, 79 anni, era malato da tempo tanto da uscire di galera già nel 2009, nonostante i tre ergastoli da scontare, con la sospensione della pena nel 2011. Nel luglio del '76 Concutelli guida l'assalto al giudice romano Vittorio Occorsio, trucidato mentre rientra a casa, in via Mogadiscio al quartiere Africano, con 32 colpi di mitra. Viene arrestato nel 1977 il fondatore di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale e processato con Gianfranco Ferro. Non sono mai stati trovati i mandanti, tantomeno chiarito il movente dell'omicidio, voluto comunque per stroncare l'attività del magistrato impegnato fra trame nere, criminalità organizzata e servizi deviati. Il mitra utilizzato da Concutelli, un Ingram M.A.C.M. 10 calibro 9 mm, di fabbricazione americana, proviene dalla polizia spagnola e viene recapitato a Concutelli tramite il terrorista nero Stefano Delle Chiaie, latitante nella Spagna franchista. Concutelli, che avrebbe compiuto 80 anni a giugno, soffriva di una grave forma di ischemia.
Lo stato di salute e le gravi accuse non lo fermano nemmeno dietro le sbarre: assieme a un altro camerata irriducibile, Mario Tuti, Concutelli strangola Ermanno Buzzi, il neofascista condannato per la strage di piazzale della Loggia, a Brescia, alla vigilia del processo d'appello in cui l'uomo avrebbe potuto fare importanti rivelazioni sia su Brescia, sia sull'omicidio Occorsio. Stessa sorte, nel 1982, per Carmine Palladino, braccio destro di Delle Chiaie, recluso con Concutelli a Novara e accusato di essere una spia.
Giovanissimo, Concutelli in Sicilia entra nel Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese, il comandante della X Mas ideatore del colpo di Stato stoppato all'ultimo momento. Dopo i primi arresti per armi con il Fuan, l'avanguardia universitaria del Msi, Concutelli diventa un elemento di spicco di Ordine Nuovo, implicato in stragi e gravi attentati che caratterizzano la strategia della tensione fino alla metà degli anni '80.
La sua evasione diventa il chiodo fisso per i «ragazzini» dei Nar, la formazione terroristica guidata da Giuseppe Valerio, «Giusva», Fioravanti, Francesca Mambro e Gilberto Cavallini che cercano, invano, di farlo uscire dal carcere progettando fughe dinamitarde.
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