Roma, il prete pedofilo evade in taxi

Don Ruggero doveva scontare 14 anni per abusi su sette ragazzini. Preso a Milano

Tiziana Paolocci

Ha scelto la strada più facile. Come probabilmente ha fatto altre volte nella vita. Don Ruggero Conti, ex parroco di Selva Candida, a Roma, ieri mattina è evaso da una clinica del Viterbese dove si trovava ai domiciliari, dovendo scontare una condanna a 14 anni e due mesi di reclusione per abusi sessuali su minori. È salito su un taxi ed è scomparso.

Ma la sua fuga è stata breve, perché i carabinieri della Compagnia di Milano PortaMonforte lo hanno rintracciato in serata. L'uomo aveva trascorso un periodo di arresti domiciliari nel suo appartamento, poi era stato trasferito nella struttura sanitaria, perché le sue condizioni di salute erano peggiorate. Ieri è uscito da lì e ha fatto perdere le sue tracce. Subito è scattata la caccia da parte dei carabinieri di Genzano e Velletri, che hanno analizzato le celle di telefonia mobile del suo cellulare e allertato i colleghi lombardi.

La storiaccia di Don Ruggero per diverso tempo aveva diviso l'opinione pubblica dei Castelli Romani. Ma dopo questa breve fuga anche i suoi «fedelissimi», quelli che per mesi avevano seguito le sue vicende giudiziarie in Tribunale manifestandogli solidarietà e stima, qualche domanda se la sono fatta. Il sacerdote era stato accusato di aver abusato tra il 1998 e il maggio del 2008 di sette bambini, che erano affidati a lui nell'oratorio e nei campi estivi. Ex parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima, il 30 giugno 2008 fu arrestato per reati che vanno dagli atti sessuali con minori alla violenza sessuale fino all'induzione alla prostituzione minorile. Il giorno in cui per lui sono scattate le manette, era in oratorio per organizzare un viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Sidney.

Secondo l'accusa Don Conti avrebbe approfittato delle situazioni di debolezza o difficoltà familiare in cui versavano sette ragazzi per abusare di loro. Ma gli investigatori scoprirono che le violenze sarebbero avvenute ancora prima, negli anni Ottanta, quando il prete insegnava educazione sessuale a Legnano.

Quegli episodi, all'epoca del processo, fortunatamente per lui erano ormai prescritti, perciò alcune vittime sono state ascoltate solo come testimoni.

Il parroco, che in questi anni ha sempre respinto le accuse, si trova ora piantonato presso la struttura sanitaria milanese.

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