Rosy e Pier Luigi tubano e tramano

Che cosa avranno avuto da dirsi Rosy Bindi e Pier Luigi Bersani colti a parlare come due piccioncini innamorati all'ingresso di Montecitorio? La presidente della commissione parlamentare anti mafia e l'ex segretario del Pd, non ce la fanno proprio a nascondere la gioia per la tregua armata con Renzi. Che stiano forse pensando a come battere cassa?

Endemica malattia psichica, la Berluscopatia induce i sofferenti inguaribili a sconnessa e perpetua logorrea (vedi Vendola); i meno gravi a regressioni infantili quali il «giro-giro-tondo/caschi il mondo», come accadde una ventina d'anni fa. Un'esplosione del virus si è avuta per l'elezione del capo dello Stato per la quale molti, anche anziani, sono diventati mattarelli.

Dal «Pacco del Nazareno» ai baci generazionali. L'altra sera chi ha seguito dietro le quinte Piazza Pulita , condotto da Formigli su La7 , non ha potuto fare a meno di notare che se davanti alla telecamere Michaela Biancofiore (Fi) e Matteo Richetti (Pd) se le davano di santa ragione, a trasmissione finita si sono abbracciati da buoni amici.

Non tutti i democrat mangiano pizza e focacce come fa il premier Matteo Renzi quando si attarda a palazzo Chigi. Anche tra gli esponenti dem molto legati al presidente del Consiglio c'è chi dimostra di essere un buongustaio. Ne è una prova la presenza del tesoriere Pd, Francesco Bonifazi, arrivato alle 23 passate al Ristorante chic IlSanLorenzo. Crudi a volontà.

Cosa ci facevano Luciana Littizzetto e Denis Verdini a pranzo all'Arancio D'oro in pieno centro di Roma? Nessuna liaison per voraci pettegoli. Infatti l'esponente del comitato di presidenza di Forza Italia e la protagonista (assieme a Fabio Fazio) di Che tempo che fa , mangiavano a tavoli separati. Lui era con Gregorio Fontana e Luca D'Alessandro, lei con un bruno signore.

Cravatte istituzionali. Durante il discorso del capo dello Stato Sergio Mattarella, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha incuriosito i social network postando su Twitter la foto di due cravatte apparentemente identiche: la sua e quella di Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato. Nel suo tweet Gasparri scrive: «Io e Casini al Quirinale con cravatta Marinella identica ( nella foto )». L'ironia dei follower non poteva mancare, non tanto perché le cravatte erano simili ma non uguali quanto per il marchio pubblicizzato dal vicepresidente, tra i più famosi e costosi. Tanto che fra i suoi «seguaci» c'è chi un po' invidioso replica: «Io posso permettermi solo quelle dell'Oviesse».

Al «Che Guevara» di Napoli Luigi De Magistris era venuta un'altra idea meravigliosa: cambiare il nome dell'aeroporto di Capodichino per intitolarlo a Pino Daniele. Il «lutto» per la morte del grande cantante sembra non finire mai. E così Luigi De Magistris, il cui ultimo mantra è «vorrei essere ricordato come l'eroe cubano» sognava un nuovo battesimo per lo scalo napoletano, da 94 anni intitolato al sottotenente eroe nazionale Ugo Niutta, ucciso durante una battaglia aerea della Grande guerra e medaglia d'oro al valor militare. Ma Capodichino ha già detto che non si può fare. «Allora gli intitolerò una grande piazza», ribatte Giggino. Ma con tutto il rispetto verso il bluesman, l'iniziativa dell'ex pm è sembrata fuori luogo a tutta la città. Edoardo de Filippo e Totò, tanto per fare due dei nomi più illustri, sono quasi sconosciuti alla toponomastica locale.

«Qui non siamo renziani» ( nella foto ). Con questo cartellino appeso alla divisa due cameriere del ristorante «Anfora» di Padova, hanno accolto Flavio Zanonato, eurodeputato Pd ed ex sindaco di Padova. Le due dipendenti hanno servito ai tavoli con il loro messaggio, immortalate dai telefonini di molti clienti.

«È stato un momento d'ironia e di spiritosa allegria che è stato gradito molto dallo stesso Zanonato che si è fatto una risata», hanno spiegato dal ristorante. Pare che l'europarlamentare fosse più attento ai piatti e al vino, che non alla scritta. Baccalà alla vicentina e coniglio in «tedia», il tutto annaffiato da un buon Amarone della Valpolicella.

di Romana Liuzzo

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