All'anagrafe è Ernesto Maria Ruffini. Ma nella realtà è Doctor Jekyll e Mister Hyde. Già, perché il direttore dell'Agenzia delle Entrate, nel giro di 24 ore, ha detto tutto e il contrario di tutto. Doctor Jekyll: "La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto. Preferisco mettere in carcere l'evasore così poi fallisce l'attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni le persone che non pagano le tasse. Li abbiamo individuati, ma a chi conviene metterli tutti in cella?".
Mister Hyde: "Abbiamo circa 800 norme tributarie, stratificate nel tempo e un Testo unico, che dalla sua approvazione nel 1986 è stato modificato più di 1.200 volte: in media 1 ogni 10 giorni. In un contesto simile il rischio è duplice: il contribuente onesto fatica a raccapezzarsi, il disonesto invece, proprio grazie alla confusione, ha la possibilità di riuscire a nascondersi". Insomma, in un battibaleno 19 milioni di italiani sono passati da evasori a vittime di un sistema fiscale malsano.
Ma mentre la prima affermazione è alquanto esagerata e non supportata da prove certe (vogliamo davvero sostenere che chi non ha pagato una multa o ha ricevuto una cartella sia un evasore?), la seconda invece è appurata, certa, lapalissiana, inconfutabile. E non tanto perché l'ammissione arriva dal capo del Fisco, ma perché sono decenni che si parla di necessità di migliorare un sistema oppressivo che considera il contribuente un suddito sempiterno colpevole a cui spetta sempre l'onere della prova.
Come se non bastasse, Ruffini ha pure ammesso che "in magazzino ci sono circa 150 milioni di cartelle accumulate". Ma quand'è che si comincerà a invertire gli assunti della discussione e si comincerà a dire: "Il Fisco ha un problema. Punto"?
Era così difficile per Ruffini sostenere che: "Abbiamo circa 800 norme tributarie, stratificate nel tempo e un Testo unico, che dalla sua approvazione nel 1986 è stato modificato più di 1.200 volte: in media 1 ogni 10 giorni.
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