Sala si sente già il leader dei dem. "Elly è brava ma il problema è chi la aiuta"

Tre anni fa, quando Elly Schlein era eurodeputata, si sono visti spesso perchè voleva "portarla a Milano a fare l'assessore alla Transizione ecologica"

Sala si sente già il leader dei dem. "Elly è brava ma il problema è chi la aiuta"

Tre anni fa, quando Elly Schlein era eurodeputata, si sono visti spesso perchè voleva «portarla a Milano a fare l'assessore alla Transizione ecologica. Alla fine abbiamo deciso di no e forse è stato il suo bene perché da lì in poi la sua carriera politica si è velocizzata». Il sindaco Beppe Sala, ospite ieri di Lucia Annunziata a «Mezz'ora in più» su Rai3 ci ha tenuto a ricordare il ruolo da talent scout della neo segretaria del Pd. Dalla sua elezione si sono già incontrati due volte in pubblico, nella piazza arcobaleno contro lo stop alle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali e al corteo nazionale antimafia che il 21 marzo ha sfilato a Milano. In quell'occasione Sala le ha sussurrato che avrebbe voluto condividere con lei «alcune idee sulla casa». E ieri ha ribadito di conoscerla «bene, credo sia molto ferrata su alcune materie e abbia bisogno di sostegno su altre, come la politica industriale, le grandi reti. Ora il mio dubbio è: chi la sta aiutando e la aiuterà?». Ha citato temi che forse gli sarebbero congeniali. E ancora: «Lei dice basta con le correnti. Sono d'accordo, ma deve avere un sistema alternativo e il mio dubbio è questo, chi la aiuta. Suggerisco di non pensare ora alle alleanze ma a risolvere le questioni». Nei circoli aveva vinto lo sfidante Stefano Bonaccini, che «è sicuramente una persona seria che rappresenta un'area più moderata. Ma Schlein ha vinto e va messa nella posizione di gestire il partito, non possiamo non darle una chance».

Certo è che Sala sta cercando da settimane di ritagliarsi un ruolo da leader dell'opposizione, più che da semplice suggeritore. Alla domanda se voglia diventare la «bestia nera» del governo Meloni risponde «non ci tengo, da sindaco per il bene di Milano non ho interesse a mettere la città contro il governo. Ma continuerò a dire la mia». E spara a zero. «Rispetto l'operato di Giorgia Meloni, sono cauto, ma questo è un governo che vuole portarci indietro agli anni Settanta» attacca parlando delle trascrizioni e «dell'idiozia del forestierismo linguistico, io sono felice se i miei figli parlano inglese e da cattolico dico che se nella contemporaneità c'è un certo modello di società, che mi piaccia o no, devo farci i conti». Sui figli delle coppie gay insiste «abbiamo proposto il matrimonio egualitario, che accelererebbe il processo di adozione. Sulla gestazione per altri c'è polemica anche a sinistra ma deve decidere il Parlamento, non lasciamo che lo faccia Roccella». Dopo le polemiche sul tema della Resistenza e la richiesta di dimissioni del presidente del Senato Ignazio La Russa da parte dell'Anpi precisa che lui sarà come sempre «sul palco il 25 Aprile» e non è «per il muro contro muro, riconciliamo, va bene. Penso che non si debba evocare il pericolo fascista. Ma il rischio di una omissione di quella che è stata la nostra storia lo vedo ogni giorno e contro questo combatterò».

Sala è pronto a fare da tutor ai sindaci del Sud sulla gestione dei fondi del Pnrr. Ribadisce che «Milano ha progetti nel cassetto, non vogliamo toglierli ad altri ma se ci sono soldi inutilizzati li buttiamo via? E se il sud ha bisogno della nostra esperienza ci siamo, riceverò il sindaco di Messina Basile». Dice no all'ipotesi del «partito dei sindaci» ma «un fronte sì, per affrontare temi delicati. I sindaci non litigano quasi mai, con Marco Bucci», del centrodestra a Genova, «collaboro in modo straordinario».

Il collega di Benevento Clemente Mastella in compenso lo silura sul Pnrr: «Continua a chiedere i soldi non spesi al Sud, un atteggiamento cinico e spregiudicato. Smetta di fare la iena. Questo atteggiamento spocchioso non ha nulla di sinistra».

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